Il saggio prende in considerazione la produzione del film di StevenSpielberg Lo squalo (Jaws, 1975) soprattutto nell’aspetto scontro natura-genere umano e sulle paure collettive che il film ha determinato nella visual culture contemporanea a oltre quarant’anni dalla sua uscita nelle sale. Il lungometraggio, primo grande blockbuster della storia del cinema, è realizzato su una suspence progressiva ed identifica in quell’animale silenzioso la vera essenza e la pura forza della natura che si confronta continuamente con l’uomo. Lo squalo è una minaccia nascosta,all’inizio invisibile, un simulacro che si materializza - grazie alla regia di Spielberg - prima nell’immaginazione dello spettatore e solo successivamente nei fotogrammi del lungometraggio. Il film ha una linearità di racconto molto ben strutturata, basata sui quattro protagonisti interpreti dello «scontro uomo-animale» e ha costituito un modello insuperabile di racconto filmico e di rappresentazione delle paure umane. Dal punto di vista della narrazione i quattro lati della storia sono le raffigurazioni di come l’uomo affronta queste fobie. Il marinaio intrepido e cacciatoredi squali Quint (Robert Shaw), il poliziotto che ha paura dell’acqua Martin Brody (Roy Scheider), lo scienziato marino Hooper (RichardDreyfus) e lo squalo costituiscono la quadratura del cerchio dal punto di vista del racconto. Lo squalo di Spielberg è solo un grande squalo che con la sua natura aggressiva modifica la vita tranquilla di un piccolo paese di mare. A quel punto nello scontro uomo-natura tutto diventa instabile. Il genere umano diventa molto debole soprattutto quando deve confrontarsi con l’essenza bestiale della natura che determina la maggior parte delle sue fobie.
La fobia per lo squalo di Spielberg
Catolfi A
2016-01-01
Abstract
Il saggio prende in considerazione la produzione del film di StevenSpielberg Lo squalo (Jaws, 1975) soprattutto nell’aspetto scontro natura-genere umano e sulle paure collettive che il film ha determinato nella visual culture contemporanea a oltre quarant’anni dalla sua uscita nelle sale. Il lungometraggio, primo grande blockbuster della storia del cinema, è realizzato su una suspence progressiva ed identifica in quell’animale silenzioso la vera essenza e la pura forza della natura che si confronta continuamente con l’uomo. Lo squalo è una minaccia nascosta,all’inizio invisibile, un simulacro che si materializza - grazie alla regia di Spielberg - prima nell’immaginazione dello spettatore e solo successivamente nei fotogrammi del lungometraggio. Il film ha una linearità di racconto molto ben strutturata, basata sui quattro protagonisti interpreti dello «scontro uomo-animale» e ha costituito un modello insuperabile di racconto filmico e di rappresentazione delle paure umane. Dal punto di vista della narrazione i quattro lati della storia sono le raffigurazioni di come l’uomo affronta queste fobie. Il marinaio intrepido e cacciatoredi squali Quint (Robert Shaw), il poliziotto che ha paura dell’acqua Martin Brody (Roy Scheider), lo scienziato marino Hooper (RichardDreyfus) e lo squalo costituiscono la quadratura del cerchio dal punto di vista del racconto. Lo squalo di Spielberg è solo un grande squalo che con la sua natura aggressiva modifica la vita tranquilla di un piccolo paese di mare. A quel punto nello scontro uomo-natura tutto diventa instabile. Il genere umano diventa molto debole soprattutto quando deve confrontarsi con l’essenza bestiale della natura che determina la maggior parte delle sue fobie.File | Dimensione | Formato | |
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2016 - Catolfi Lo squalo in Gentes n.3 - 2016 pp. 175-19 e indice pp. 1-18 ISSN 23852747.pdf
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