Il saggio (una sua versione ridotta è stata pubblicata in portoghese nella rivista brasiliana “Outubro” e uscirà anche in inglese entro il 2021 nell’ “International Gramsci Journal) ricostruisce l’utilizzo effettivo del termine “populismo” nell’opera di Gramsci, dagli articoli giovanili ai “Quaderni del carcere”. Il sondaggio effettuato mostra che mentre Gramsci negli scritti pre-carcerari utilizzava il termine nell’accezione leniniana e cioè con riferimento ai populisti russi per designare, in generale, posizioni politiche anticapitalistiche ma con un grado di analisi economico-sociale inadeguata a dispiegare effetti emancipativi; nei “Quaderni” invece egli si serve del termine con una connotazione non del tutto negativa, perché a fianco del primo significato si aggiunge anche quello (più vicino al contemporaneo) di una posizione “borghese” animata da una effettiva tendenza ad avvicinare la vita delle masse popolari. Si tratta cioè di frammenti di “rivoluzione passiva” da cui estrarre gli elementi progressivi per alimentare una politica “popolare” e non “populista”. Il saggio approfondisce inoltre la categoria di “nazional-popolare” rilevandone l’estraneità ad una sfera semantica populistica, ciò che in qualche misura svela i limiti dell’interpretazione che del pensatore comunista fece il giovane Asor Rosa ma anche dell’utilizzo che di Gramsci hanno fatto Ernesto Laclau e Chantal Mouffe

Il "populismo" nell'opera di Antonio Gramsci

Cingari S
2017-01-01

Abstract

Il saggio (una sua versione ridotta è stata pubblicata in portoghese nella rivista brasiliana “Outubro” e uscirà anche in inglese entro il 2021 nell’ “International Gramsci Journal) ricostruisce l’utilizzo effettivo del termine “populismo” nell’opera di Gramsci, dagli articoli giovanili ai “Quaderni del carcere”. Il sondaggio effettuato mostra che mentre Gramsci negli scritti pre-carcerari utilizzava il termine nell’accezione leniniana e cioè con riferimento ai populisti russi per designare, in generale, posizioni politiche anticapitalistiche ma con un grado di analisi economico-sociale inadeguata a dispiegare effetti emancipativi; nei “Quaderni” invece egli si serve del termine con una connotazione non del tutto negativa, perché a fianco del primo significato si aggiunge anche quello (più vicino al contemporaneo) di una posizione “borghese” animata da una effettiva tendenza ad avvicinare la vita delle masse popolari. Si tratta cioè di frammenti di “rivoluzione passiva” da cui estrarre gli elementi progressivi per alimentare una politica “popolare” e non “populista”. Il saggio approfondisce inoltre la categoria di “nazional-popolare” rilevandone l’estraneità ad una sfera semantica populistica, ciò che in qualche misura svela i limiti dell’interpretazione che del pensatore comunista fece il giovane Asor Rosa ma anche dell’utilizzo che di Gramsci hanno fatto Ernesto Laclau e Chantal Mouffe
2017
popolo, populismo, nazionale-popolare, popolare
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