Rachele Bastreghi squarcia il velo dell’identità femminile con la pubblicazione di Psychodonna (2021), un manifesto di ribellione e riscrittura che trasforma le donne in soggetto pulsante, autonomo, inafferrabile. La sua carriera solista è concepibile come un passaggio, dove il corpo diventa terreno di lotta e il suono ha la capacità di plasmare ogni cosa, facendo affidamento su un linguaggio che combina crisi e rivoluzione. Psychodonna non è solo un album, ma una frattura nella rappresentazione dello spettro femminile: è una voce che si spezza e si ricompone, è ritmo che incalza e si arresta, è una mappa che porta oltre i confini imposti dalla storia e dalla cultura. Nella sua poetica, gli studi di Luce Irigaray si intrecciano alla filosofia di Nancy. La donna rappresentata da Bastreghi non è più un riflesso dell’uomo, ma un’entità plurale, sfuggente, che si ridefinisce attraverso il desiderio, la paura, la rovina e la rinascita. La sua Penelope non attende, viaggia; la sua versione di Fatelo con me non parte dal presupposto di sedurre, ma interagisce con la pelle dell’ascoltatore, bruciandola metaforicamente. Tramite synth ipnotici, distorsioni emotive e parole sussurrate come se fossero incantesimi mistici, Psychodonna è una rivoluzione sonora e concettuale, un’esplorazione selvaggia di ciò che significa essere donna, dell’essere visti come un corpo, come una voce, come ombra e luce insieme.
Sbrogliare il filo dell'autonomia: il dramma della “Psychodonna”
Carmen Lega;
2025-01-01
Abstract
Rachele Bastreghi squarcia il velo dell’identità femminile con la pubblicazione di Psychodonna (2021), un manifesto di ribellione e riscrittura che trasforma le donne in soggetto pulsante, autonomo, inafferrabile. La sua carriera solista è concepibile come un passaggio, dove il corpo diventa terreno di lotta e il suono ha la capacità di plasmare ogni cosa, facendo affidamento su un linguaggio che combina crisi e rivoluzione. Psychodonna non è solo un album, ma una frattura nella rappresentazione dello spettro femminile: è una voce che si spezza e si ricompone, è ritmo che incalza e si arresta, è una mappa che porta oltre i confini imposti dalla storia e dalla cultura. Nella sua poetica, gli studi di Luce Irigaray si intrecciano alla filosofia di Nancy. La donna rappresentata da Bastreghi non è più un riflesso dell’uomo, ma un’entità plurale, sfuggente, che si ridefinisce attraverso il desiderio, la paura, la rovina e la rinascita. La sua Penelope non attende, viaggia; la sua versione di Fatelo con me non parte dal presupposto di sedurre, ma interagisce con la pelle dell’ascoltatore, bruciandola metaforicamente. Tramite synth ipnotici, distorsioni emotive e parole sussurrate come se fossero incantesimi mistici, Psychodonna è una rivoluzione sonora e concettuale, un’esplorazione selvaggia di ciò che significa essere donna, dell’essere visti come un corpo, come una voce, come ombra e luce insieme.| File | Dimensione | Formato | |
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