Negli anni del boom economico si determinano rapide mutazioni in ambito alimentare, sia per il tipo di cibo consumato, per i modi di conservarlo e cucinarlo, per i contesti sociali in cui viene fruito. Già nel corso degli Sessanta in cinema italiano inizia ad osservare con un occhio critico questo processo sottolineando le esasperazioni del consumismo e i suoi esiti negativi sul comportamento dell’italiano medio (Il giovedì, Io, io, io…e gli altri). Si sottolinea la presenza costante della pubblicità, dei prodotti industriali e confezionati, di nuovi spazi di vendita quali i supermercati (La decima vittima, Il profeta) e la dimensione di status symbol assunta dagli elettrodomestici (Il frigorifero, Marcia nuziale). Negli anni Settanta questa visione problematizzante si approfondisce, sottolineando l’inadeguatezza dell’uomo medio ad adattarsi alle nuove mode (la figura di Fantozzi è significativa in questo senso), o trasformando il cibo in uno strumento di riflessione, con cui esprimere metafore di vario genere. Il cibo diviene uno degli strumenti con cui si avvia la consapevolezza politica (La pecora nera, La mortadella, Pane e cioccolata, Trevico-Torino, La proprietà non è più un furto), o cui si esprime disagio per una crescente disumanizzazione (Brutti, sporchi e cattivi, La mazzetta), o con cui si esprime un generale pessimismo sulla condizione della società contemporanea soffocata dalla presenza di segni provenienti dal consumismo, di cui i prodotti alimentari sono un elemento centrale (Ferreri, Pasolini).

La congiuntura e l’incrinatura. Il consumo alimentare dall’euforia alla disforia negli anni post-boom (1965-1978)

Giordano, Federico Umberto
2025-01-01

Abstract

Negli anni del boom economico si determinano rapide mutazioni in ambito alimentare, sia per il tipo di cibo consumato, per i modi di conservarlo e cucinarlo, per i contesti sociali in cui viene fruito. Già nel corso degli Sessanta in cinema italiano inizia ad osservare con un occhio critico questo processo sottolineando le esasperazioni del consumismo e i suoi esiti negativi sul comportamento dell’italiano medio (Il giovedì, Io, io, io…e gli altri). Si sottolinea la presenza costante della pubblicità, dei prodotti industriali e confezionati, di nuovi spazi di vendita quali i supermercati (La decima vittima, Il profeta) e la dimensione di status symbol assunta dagli elettrodomestici (Il frigorifero, Marcia nuziale). Negli anni Settanta questa visione problematizzante si approfondisce, sottolineando l’inadeguatezza dell’uomo medio ad adattarsi alle nuove mode (la figura di Fantozzi è significativa in questo senso), o trasformando il cibo in uno strumento di riflessione, con cui esprimere metafore di vario genere. Il cibo diviene uno degli strumenti con cui si avvia la consapevolezza politica (La pecora nera, La mortadella, Pane e cioccolata, Trevico-Torino, La proprietà non è più un furto), o cui si esprime disagio per una crescente disumanizzazione (Brutti, sporchi e cattivi, La mazzetta), o con cui si esprime un generale pessimismo sulla condizione della società contemporanea soffocata dalla presenza di segni provenienti dal consumismo, di cui i prodotti alimentari sono un elemento centrale (Ferreri, Pasolini).
2025
cibo, commedia all'italiana, alimentazione, cinema d'autore, consumi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/48328
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