Per descrivere alcuni verbi a costruzione inaccusativa presenti in testi letterari ed epistolari del Cinquecento, il saggio presenta una definizione di questa categoria e fa il punto sugli studi storici a essa dedicati; tra questi risulta fondamentale il lavoro di Elisabetta Ježek, il primo che ha descritto in chiave diacronica questa tipologia di costrutti. Il saggio analizza quindi le diverse configurazioni sintattiche di fuggire (sono fuggito, mi sono fuggito, ho fuggito) presenti nel Cortegiano, nell’epistolario di Baldassarre Castiglione (1497-1529), in altre lettere e opere del Rinascimento, per poi approfondire altre voci verbali. Si intende fornire così nuovi dati sulla storia di queste costruzioni, attingendo a diversi tipi di testi del Cinquecento (prose letterarie, poesie, lettere, commedie) e soffermandosi sul cambiamento linguistico più rilevante emerso dallo studio di Ježek: la scomparsa nell’italiano moderno della costruzione inaccusativa pronominale (mi sono fuggito, fuggendosi) che era ammessa (e prevalente) nell’it. ant. in tutta la coniugazione, a differenza di quella semplice consentita solo nei verbi composti e non finiti (io sono fuggito, fuggendo). La ricerca inoltre prende in esame anche altri verbi a costruzione inaccusativa in relazione agli altri due cambiamenti linguistici individuati da Ježek. Si conclude con una breve disamina dedicata all’espunzione nella terza redazione del Cortegiano della costruzione si [>sì] è (essere preceduto da sì da non confondere con essersi riflessivo, sporadicamente attestato nell’it. ant.), attestata nella seconda redazione.

Costruzioni inaccusative nel Cinquecento

Vetrugno, Roberto
2025-01-01

Abstract

Per descrivere alcuni verbi a costruzione inaccusativa presenti in testi letterari ed epistolari del Cinquecento, il saggio presenta una definizione di questa categoria e fa il punto sugli studi storici a essa dedicati; tra questi risulta fondamentale il lavoro di Elisabetta Ježek, il primo che ha descritto in chiave diacronica questa tipologia di costrutti. Il saggio analizza quindi le diverse configurazioni sintattiche di fuggire (sono fuggito, mi sono fuggito, ho fuggito) presenti nel Cortegiano, nell’epistolario di Baldassarre Castiglione (1497-1529), in altre lettere e opere del Rinascimento, per poi approfondire altre voci verbali. Si intende fornire così nuovi dati sulla storia di queste costruzioni, attingendo a diversi tipi di testi del Cinquecento (prose letterarie, poesie, lettere, commedie) e soffermandosi sul cambiamento linguistico più rilevante emerso dallo studio di Ježek: la scomparsa nell’italiano moderno della costruzione inaccusativa pronominale (mi sono fuggito, fuggendosi) che era ammessa (e prevalente) nell’it. ant. in tutta la coniugazione, a differenza di quella semplice consentita solo nei verbi composti e non finiti (io sono fuggito, fuggendo). La ricerca inoltre prende in esame anche altri verbi a costruzione inaccusativa in relazione agli altri due cambiamenti linguistici individuati da Ježek. Si conclude con una breve disamina dedicata all’espunzione nella terza redazione del Cortegiano della costruzione si [>sì] è (essere preceduto da sì da non confondere con essersi riflessivo, sporadicamente attestato nell’it. ant.), attestata nella seconda redazione.
2025
Costruzioni inaccusative, Storia della sintassi dell’italiano, Linguistica storica, Epistolografia del Rinascimento, Letteratura italiana del Rinascimento, Lingua cortigiana, Baldassarre Castiglione, Libro del Cortegiano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/47289
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