La sezione Saggi si apre con un lungo e articolato contributo dal titolo "Il campo letterario fiumano-ungherese" di Nicolò Dal Bello, che è stato tratto dalla tesi di laurea magistrale in Filologia moderna dal titolo "Potevo arrivare al mare anche senza di loro. Ethos e campo letterario negli esuli di Fiume", discussa presso l'Università degli Studi di Padova nell'anno accademico 2022/2023 sotto la guida del Chiar.mo prof Alessandro Metlcia e della correlatrice Chiar.ma prof.ssa Cinzia Franchi. Dal Bello ci offre un'accurata indagine della letteratura dell'esodo e sottolinea come «tra i tanti autori legati ai confini istriani e dalmatici, gli esuli fiumani rivelano più di tutti una particolare e tenace volontà di riaffermarsi, di testimoniare allo spasimo il rapporto con le proprie radici cittadine, in un'individualità che rivela una dolorosa autoriflessione e analisi delle proprie esperienze nel tentativo di fare un'anamnesi della storia che le ha degenerate. Nel panorama della "letteratura dell'esodo", la città di Fiume diventa un unicum risultante dalla particolare conformazione politica e sociale che la caratterizzò per secoli: il corpus separatum di ungherese invenzione fu il soleggiato tramonto di un'indipendenza che fece di Fiume uno spazio sociale autonomo da qualsiasi forma di violenza simbolica».
Il campo letterario fiumano-ungherese.
nicolò dal bello
2024-01-01
Abstract
La sezione Saggi si apre con un lungo e articolato contributo dal titolo "Il campo letterario fiumano-ungherese" di Nicolò Dal Bello, che è stato tratto dalla tesi di laurea magistrale in Filologia moderna dal titolo "Potevo arrivare al mare anche senza di loro. Ethos e campo letterario negli esuli di Fiume", discussa presso l'Università degli Studi di Padova nell'anno accademico 2022/2023 sotto la guida del Chiar.mo prof Alessandro Metlcia e della correlatrice Chiar.ma prof.ssa Cinzia Franchi. Dal Bello ci offre un'accurata indagine della letteratura dell'esodo e sottolinea come «tra i tanti autori legati ai confini istriani e dalmatici, gli esuli fiumani rivelano più di tutti una particolare e tenace volontà di riaffermarsi, di testimoniare allo spasimo il rapporto con le proprie radici cittadine, in un'individualità che rivela una dolorosa autoriflessione e analisi delle proprie esperienze nel tentativo di fare un'anamnesi della storia che le ha degenerate. Nel panorama della "letteratura dell'esodo", la città di Fiume diventa un unicum risultante dalla particolare conformazione politica e sociale che la caratterizzò per secoli: il corpus separatum di ungherese invenzione fu il soleggiato tramonto di un'indipendenza che fece di Fiume uno spazio sociale autonomo da qualsiasi forma di violenza simbolica».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
