La produzione dialettale di Zavattini è forse la meno letta e la meno studiata. L'intera sua opera sfugge ad una definizione, sfugge alle catalogazioni e si costituisce come un agglomerato di generi piuttosto disomogeneo e del tutto resistente anche al più benevolo tentativo di ricondurlo ad un segmento del canone leterario del Novecento. Roberto Mosena offre in queste pagine una lettura di "Stricarm' in d'na parola" (1973) da cui emerge un'opera mistica, delirante, ironica, realistica, surreale, erotica e pornografica, determinata da uno slancio vitale e salvifico che ne fa arte vera ed eretica.

Nota su Zavattini dialettale

Mosena, R
2008-01-01

Abstract

La produzione dialettale di Zavattini è forse la meno letta e la meno studiata. L'intera sua opera sfugge ad una definizione, sfugge alle catalogazioni e si costituisce come un agglomerato di generi piuttosto disomogeneo e del tutto resistente anche al più benevolo tentativo di ricondurlo ad un segmento del canone leterario del Novecento. Roberto Mosena offre in queste pagine una lettura di "Stricarm' in d'na parola" (1973) da cui emerge un'opera mistica, delirante, ironica, realistica, surreale, erotica e pornografica, determinata da uno slancio vitale e salvifico che ne fa arte vera ed eretica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/46451
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