L’evoluzione del quadro normativo e regolatorio europeo appare orientata a favorire l’adozione sistemica delle potenzialità offerte dalla tecnologia, nonché́ la centralità del cittadino consumatore/produttore (prosumer). È con questa prospettiva che è stata introdotto nel quadro normativo europeo dal “Clean Energy for all Europeans Package (CEEP)” un nuovo soggetto aggregato, denominato Comunità energetiche (CE). Le comunità energetiche sono un gruppo di diversi utenti finali che condividono e mettono a sistema la loro produzione e il loro consumo energetico ponendosi come un unico soggetto nei rapporti con il fornitore. Queste possono offrire nuove opportunità ai cittadini e, più in generale, agli attori territoriali, di essere attivamente coinvolti nelle questioni energetiche (gestione, produzione, accumulo e vendita dell’energia), di facilitare l'integrazione delle diverse risorse energetiche e di promuovere lo scambio di elettricità a livello locale. Le comunità energetiche rappresentano un fattore fondamentale nel processo di transizione energetica in quanto capaci di abilitare nuovi modelli di business con vantaggi per i consumatori e grandi cambiamenti nell’organizzazione e nella governance delle utility energetiche. Le esperienze a livello europeo e mondiale sono ormai numerose tanto che le previsioni suggeriscono che entro il 2030, le comunità energetiche potrebbero possedere circa il 17% della capacità eolica installata e il 21% del solare. Con la crescente incidenza dell’autoconsumo di energia rinnovabile (si stima che entro il 2050, quasi la metà delle famiglie dell'UE dovrebbe autoprodurre energia rinnovabile) è necessario analizzare i possibili scenari evolutivi e i diversi effetti (anche negativi) derivanti dall’implementazione di tali soluzioni. In questo quadro, il contributo analizza, a fronte delle recenti disposizioni a livello italiano, le esperienze attualmente in atto a Magliano Alpi (TO) e Napoli.

Le comunità energetiche: un’analisi comparata delle prime esperienze italiane

Luigi Mundula
;
2023-01-01

Abstract

L’evoluzione del quadro normativo e regolatorio europeo appare orientata a favorire l’adozione sistemica delle potenzialità offerte dalla tecnologia, nonché́ la centralità del cittadino consumatore/produttore (prosumer). È con questa prospettiva che è stata introdotto nel quadro normativo europeo dal “Clean Energy for all Europeans Package (CEEP)” un nuovo soggetto aggregato, denominato Comunità energetiche (CE). Le comunità energetiche sono un gruppo di diversi utenti finali che condividono e mettono a sistema la loro produzione e il loro consumo energetico ponendosi come un unico soggetto nei rapporti con il fornitore. Queste possono offrire nuove opportunità ai cittadini e, più in generale, agli attori territoriali, di essere attivamente coinvolti nelle questioni energetiche (gestione, produzione, accumulo e vendita dell’energia), di facilitare l'integrazione delle diverse risorse energetiche e di promuovere lo scambio di elettricità a livello locale. Le comunità energetiche rappresentano un fattore fondamentale nel processo di transizione energetica in quanto capaci di abilitare nuovi modelli di business con vantaggi per i consumatori e grandi cambiamenti nell’organizzazione e nella governance delle utility energetiche. Le esperienze a livello europeo e mondiale sono ormai numerose tanto che le previsioni suggeriscono che entro il 2030, le comunità energetiche potrebbero possedere circa il 17% della capacità eolica installata e il 21% del solare. Con la crescente incidenza dell’autoconsumo di energia rinnovabile (si stima che entro il 2050, quasi la metà delle famiglie dell'UE dovrebbe autoprodurre energia rinnovabile) è necessario analizzare i possibili scenari evolutivi e i diversi effetti (anche negativi) derivanti dall’implementazione di tali soluzioni. In questo quadro, il contributo analizza, a fronte delle recenti disposizioni a livello italiano, le esperienze attualmente in atto a Magliano Alpi (TO) e Napoli.
2023
978 88 5495 593 6
comunità energetiche; energie rinnovabili; cambiamento climatico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/44388
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