Il saggio cerca di ricostruire il nesso fra guerra e democrazia nel pensiero politico di Benedetto Croce, all’insegna del principio metodologico di una sua rigorosa storicizzazione, con una focalizzazione specifica sulla fase a cavallo della Grande Guerra e su quella successiva alla seconda guerra mondiale. Per quanto riguarda il primo aspetto viene effettuato un percorso in alcuni scritti meno noti del filosofo, in cui emergono riferimenti a fonti ispirative ed esemplari come il Duca di Gualtieri e Otto Braun e a interlocutori come Eugenio Giovanetti, che contribuiscono a spiegare la seppur breve e transitoria collaborazione con la rivista nazionalista “Politica”: in quella fase Croce cercava una via di trasvalutazione del liberalismo in un paradigma non individualistico che, dopo i conflitti e le ansie della guerra, lo collocarono più vicino ai conservatori di destra che ai democratici e ai socialisti. Per quanto riguarda il secondo tema, il saggio discute la posizione critica assunta da Croce nei confronti dei trattati di pace, in cui da un lato va segnalata la continuità con le posizioni anti-interventiste di trenta anni prima, all’insegna della demistificazione degli interessi nascosti dietro l’ideologia della guerra democratica; ma dall’altro anche il rischio di scoraggiare un esame di coscienza collettivo.

"Guerra" e "democrazia" nel pensiero politico di Benedetto Croce. Un percorso fra articoli e recensioni

Cingari S
2015-01-01

Abstract

Il saggio cerca di ricostruire il nesso fra guerra e democrazia nel pensiero politico di Benedetto Croce, all’insegna del principio metodologico di una sua rigorosa storicizzazione, con una focalizzazione specifica sulla fase a cavallo della Grande Guerra e su quella successiva alla seconda guerra mondiale. Per quanto riguarda il primo aspetto viene effettuato un percorso in alcuni scritti meno noti del filosofo, in cui emergono riferimenti a fonti ispirative ed esemplari come il Duca di Gualtieri e Otto Braun e a interlocutori come Eugenio Giovanetti, che contribuiscono a spiegare la seppur breve e transitoria collaborazione con la rivista nazionalista “Politica”: in quella fase Croce cercava una via di trasvalutazione del liberalismo in un paradigma non individualistico che, dopo i conflitti e le ansie della guerra, lo collocarono più vicino ai conservatori di destra che ai democratici e ai socialisti. Per quanto riguarda il secondo tema, il saggio discute la posizione critica assunta da Croce nei confronti dei trattati di pace, in cui da un lato va segnalata la continuità con le posizioni anti-interventiste di trenta anni prima, all’insegna della demistificazione degli interessi nascosti dietro l’ideologia della guerra democratica; ma dall’altro anche il rischio di scoraggiare un esame di coscienza collettivo.
2015
guerra, democrazia, liberalismo, patriottismo, conservatorismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/422
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