Il contributo riguarda "Guerra d'infanzia e di Spagna" (2001) di Fabrizia Ramondino e ha inteso individuare alcune fonti del romanzo (dalla scienza della memoria di Ramon Llull ai moderni Proust e Benjamin) che si combinano nell'invenzione per narrare e ri-narrare la vicenda della stessa autrice che, nata a Napoli, si trasferisce negli anni della guerra di Spagna nell'isola di Maiorca dove il padre lavorava come diplomatico, per rientrare poi nella città partenopea alla fine della seconda guerra mondiale. Lo spazio dell'isola di Maiorca diventa, oltre che eden, luogo di un processo di rimemorazione della storia privata e collettiva - la tragedia delle guerre -, per cui gli autori nominati, dei quali si rintracciano riscontri testuali, forniscono la chiave per ricostruire la storia del singolo e di una comunità nel contesto di una civiltà che si avvia a perdere il valore della memoria. La scrittrice mette in atto quindi nel romanzo una propria strategia di resistenza dinanzi al rischio dell'oblio, una strategia che consiste nell'esposizione dell'autobiografia attraverso frammenti, illuminazioni di racconto che si mescolano ai frammenti di memorie letterarie, in un orizzonte "post-moderno" in cui l'autrice dispone nello spazio (e in una sua geografia), anziché nell'asse del tempo, le tessere del ricordo, ineludibili, creando reticolati e linee fluttuanti di immagini e di citazioni che richiamano efficacemente eventi anche irrappresentabili come l'olocausto.
L'arte della memoria fra geografia e storia
Siriana Sgavicchia
2015-01-01
Abstract
Il contributo riguarda "Guerra d'infanzia e di Spagna" (2001) di Fabrizia Ramondino e ha inteso individuare alcune fonti del romanzo (dalla scienza della memoria di Ramon Llull ai moderni Proust e Benjamin) che si combinano nell'invenzione per narrare e ri-narrare la vicenda della stessa autrice che, nata a Napoli, si trasferisce negli anni della guerra di Spagna nell'isola di Maiorca dove il padre lavorava come diplomatico, per rientrare poi nella città partenopea alla fine della seconda guerra mondiale. Lo spazio dell'isola di Maiorca diventa, oltre che eden, luogo di un processo di rimemorazione della storia privata e collettiva - la tragedia delle guerre -, per cui gli autori nominati, dei quali si rintracciano riscontri testuali, forniscono la chiave per ricostruire la storia del singolo e di una comunità nel contesto di una civiltà che si avvia a perdere il valore della memoria. La scrittrice mette in atto quindi nel romanzo una propria strategia di resistenza dinanzi al rischio dell'oblio, una strategia che consiste nell'esposizione dell'autobiografia attraverso frammenti, illuminazioni di racconto che si mescolano ai frammenti di memorie letterarie, in un orizzonte "post-moderno" in cui l'autrice dispone nello spazio (e in una sua geografia), anziché nell'asse del tempo, le tessere del ricordo, ineludibili, creando reticolati e linee fluttuanti di immagini e di citazioni che richiamano efficacemente eventi anche irrappresentabili come l'olocausto.File | Dimensione | Formato | |
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