La decisione di procedere alla chiusura di Guantanamo, disposta dall’executive order del 22 gennaio scorso (Review and Disposition of Individuals Detained at the Guantánamo Bay Naval Base and Closu-re of Detention Facilities, Executive Order No. 13, 492, 74 Fed. Reg. 4,897, Jan. 22, 2009), ha sollevato, sul piano internazionale, reazioni favorevoli, che testimoniano un atteggiamento di condivisione nei confronti dell’orientamento manifestato dal nuovo governo statunitense, sia nella realizzazione con-creta dell’obiettivo di chiudere il centro di detenzione nella base cubana, sia nella predisposizione di rinnovate forme di cooperazione per il contrasto al terrorismo internazionale. Con riferimento al contesto europeo, meritano un’attenzione particolare sia la posizione manifestata, nell’ambito del Consiglio d’Europa, dal Commissario ai diritti umani Hammemberg (Letter ad-dressed to all Permanent Representatives of the 47 Council of Europe member states of Thomas Hammar-berg, Council of Europe Commissioner for Human Rights, following his visit to Washington DC, Stras-bourg, 5 June 2009), sia, tra le iniziative assunte dall’Unione europea, la Dichiarazione congiunta adottata da Unione europea e Stati Uniti (Joint Statement of the European Union and its Member States and the United States of America on the Closure of the Guantanamo Bay Detention Facility and Future Counterterrorism Cooperation, based on Shared Values, International Law, and Respect for the Rule of Law and Human Rights, 15 June 2009). Si tratta di orientamenti manifestati attraverso l’adozione di atti privi di effetto giuridico vincolante, che tuttavia hanno un importante rilievo politico e costitui-scono un punto di vista privilegiato per valutare la prospettiva europea di fronte alla decisione della chiusura di Guantanamo e, più in generale, alla guerra al terrore.

Chiusura di Guantanamo e trasferimento dei detenuti: la prospettiva europea

Marchegiani M
2009-01-01

Abstract

La decisione di procedere alla chiusura di Guantanamo, disposta dall’executive order del 22 gennaio scorso (Review and Disposition of Individuals Detained at the Guantánamo Bay Naval Base and Closu-re of Detention Facilities, Executive Order No. 13, 492, 74 Fed. Reg. 4,897, Jan. 22, 2009), ha sollevato, sul piano internazionale, reazioni favorevoli, che testimoniano un atteggiamento di condivisione nei confronti dell’orientamento manifestato dal nuovo governo statunitense, sia nella realizzazione con-creta dell’obiettivo di chiudere il centro di detenzione nella base cubana, sia nella predisposizione di rinnovate forme di cooperazione per il contrasto al terrorismo internazionale. Con riferimento al contesto europeo, meritano un’attenzione particolare sia la posizione manifestata, nell’ambito del Consiglio d’Europa, dal Commissario ai diritti umani Hammemberg (Letter ad-dressed to all Permanent Representatives of the 47 Council of Europe member states of Thomas Hammar-berg, Council of Europe Commissioner for Human Rights, following his visit to Washington DC, Stras-bourg, 5 June 2009), sia, tra le iniziative assunte dall’Unione europea, la Dichiarazione congiunta adottata da Unione europea e Stati Uniti (Joint Statement of the European Union and its Member States and the United States of America on the Closure of the Guantanamo Bay Detention Facility and Future Counterterrorism Cooperation, based on Shared Values, International Law, and Respect for the Rule of Law and Human Rights, 15 June 2009). Si tratta di orientamenti manifestati attraverso l’adozione di atti privi di effetto giuridico vincolante, che tuttavia hanno un importante rilievo politico e costitui-scono un punto di vista privilegiato per valutare la prospettiva europea di fronte alla decisione della chiusura di Guantanamo e, più in generale, alla guerra al terrore.
2009
Contrasto al terrorismo internazionale; Guantanamo; tutela dei diritti fondamentali
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