The essay analyzes Petrarch’s Rerum memorandarum libri focusing on two treatises, De studio et doctrina (Mem. i 11-37) and De ingenio et eloquentia (Mem. ii 16-36), in which the gallery of exempla illustrating the faculties connected with the virtus of prudentia takes forms similar to the catalogue of auctores. In the first paragraph, after noting that Petrarch’s notions of studium, doctrina, ingenium and eloquentia derive mainly from Cicero, I highlight the close interconnection of the two chapters and their prominence in the plan of the first part of the work. Then I proceed to analyze in detail each treatise, focusing on the mechanisms of the series of exempla and its structural models. At the end I try to point out the meaning of this operation of recovering of the names and works of ancient men of letters as res memorandae, stopping to discuss the (almost) total absence of modern exempla and reflecting on which image of the author emerges by reading these pages.

Il contributo prende in esame i Rerum memorandarum libri petrarcheschi soffermandosi in particolare su due trattati, De studio et doctrina (Mem. i 11-37) e De ingenio et eloquentia (Mem. ii 16-36), in cui la galleria di exempla utili a illustrare le diverse facoltà mediante le quali si realizza la virtus della prudentia assume forme assimilabili al catalogo di auctores. Dopo aver rilevato le ascendenze prevalentemente ciceroniane delle nozioni petrarchesche di studium, doctrina, ingenium ed eloquentia, evidenziando la marcata interconnessione dei due capitoli e la loro preminenza nel disegno della prima parte dell’opera, si passa ad analizzare nel dettaglio ciascun trattato, concentrandosi sui meccanismi che presiedono all’elaborazione della serie di exempla e sui suoi modelli strutturali. In chiusura si tenta di puntualizzare il significato di questa operazione di recupero dei nomina e delle opere dei letterati antichi come res memorandae, fermandosi a discutere la (quasi) totale assenza di exempla moderni e riflettendo su quale immagine dell’autore emerge dalla lettura di queste pagine.

La Prudentia allo scrittoio : gli exempla degli auctores antichi nei petrarcheschi Rerum memorandarum libri

Catapano, Paolina
2022-01-01

Abstract

The essay analyzes Petrarch’s Rerum memorandarum libri focusing on two treatises, De studio et doctrina (Mem. i 11-37) and De ingenio et eloquentia (Mem. ii 16-36), in which the gallery of exempla illustrating the faculties connected with the virtus of prudentia takes forms similar to the catalogue of auctores. In the first paragraph, after noting that Petrarch’s notions of studium, doctrina, ingenium and eloquentia derive mainly from Cicero, I highlight the close interconnection of the two chapters and their prominence in the plan of the first part of the work. Then I proceed to analyze in detail each treatise, focusing on the mechanisms of the series of exempla and its structural models. At the end I try to point out the meaning of this operation of recovering of the names and works of ancient men of letters as res memorandae, stopping to discuss the (almost) total absence of modern exempla and reflecting on which image of the author emerges by reading these pages.
2022
Il contributo prende in esame i Rerum memorandarum libri petrarcheschi soffermandosi in particolare su due trattati, De studio et doctrina (Mem. i 11-37) e De ingenio et eloquentia (Mem. ii 16-36), in cui la galleria di exempla utili a illustrare le diverse facoltà mediante le quali si realizza la virtus della prudentia assume forme assimilabili al catalogo di auctores. Dopo aver rilevato le ascendenze prevalentemente ciceroniane delle nozioni petrarchesche di studium, doctrina, ingenium ed eloquentia, evidenziando la marcata interconnessione dei due capitoli e la loro preminenza nel disegno della prima parte dell’opera, si passa ad analizzare nel dettaglio ciascun trattato, concentrandosi sui meccanismi che presiedono all’elaborazione della serie di exempla e sui suoi modelli strutturali. In chiusura si tenta di puntualizzare il significato di questa operazione di recupero dei nomina e delle opere dei letterati antichi come res memorandae, fermandosi a discutere la (quasi) totale assenza di exempla moderni e riflettendo su quale immagine dell’autore emerge dalla lettura di queste pagine.
Petrarch, Rerum memorandarum libri, Catalogue of auctores, Cicero, Valerius Maximus
Petrarca, Rerum memorandarum libri, Catalogo di auctores, Cicerone, Valerio Massimo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/33808
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