Il saggio passa in rassegna gli usi del silenzio nelle lettere Familiares di Petrarca e in qualche passaggio del De remediis per tentare di svincolare il concetto – e la pratica del silenzio – dalla sua canonica associazione con la solitudo. Si tenta dunque di dare una definizione “operativa” del silenzio, che distingua ad esempio il silenzio intenzionale dal mero tacere, e dunque la preterizione dalla reticenza ; e poi il silenzio come spazio da cui emerge la parola, con i suoi concetti connessi di parola costretta all’emersione e di eloquenza muta ; l’elogio del silenzio notturno e di quello che è interpretabile come segno di mutua comprensione tra gli amici. In chiusura, per antifrasi, si propone un dialogo del De remediis sui piccoli fastidi della vita (De minutis tediis rerum variarum) nel quale Petrarca sottopone a critica, sul registro dell’ironia, quella pittura troppo fissamente topica dell’idillico silenzio naturale a cui altrove mostra di aderire.

Oltre la 'solitudo': Petrarca e il silenzio tra «Familiari» e «De Remediis»

Stroppa Sabrina
2022-01-01

Abstract

Il saggio passa in rassegna gli usi del silenzio nelle lettere Familiares di Petrarca e in qualche passaggio del De remediis per tentare di svincolare il concetto – e la pratica del silenzio – dalla sua canonica associazione con la solitudo. Si tenta dunque di dare una definizione “operativa” del silenzio, che distingua ad esempio il silenzio intenzionale dal mero tacere, e dunque la preterizione dalla reticenza ; e poi il silenzio come spazio da cui emerge la parola, con i suoi concetti connessi di parola costretta all’emersione e di eloquenza muta ; l’elogio del silenzio notturno e di quello che è interpretabile come segno di mutua comprensione tra gli amici. In chiusura, per antifrasi, si propone un dialogo del De remediis sui piccoli fastidi della vita (De minutis tediis rerum variarum) nel quale Petrarca sottopone a critica, sul registro dell’ironia, quella pittura troppo fissamente topica dell’idillico silenzio naturale a cui altrove mostra di aderire.
2022
Cet article examine les utilisations du silence dans les Lettres Familières de Pétrarque et dans certains passages du De remediis, en essayant de libérer le concept – et la pratique – du silence de son association canonique avec la solitudo. On tente donc de donner une définition “opératoire” du silence, en distinguant, par exemple, le silence intentionnel du simple tacere, et donc la prétérition de la réticence ; puis le silence comme espace d’où émerge la parole, associé à des significations connexes, comme celles de parole contrainte au surgissement et d’éloquence muette ; ensuite, l’éloge du silence nocturne et de celui qui peut être interprété comme le signe de la compréhension mutuelle entre deux amis. Pour conclure, on propose, par antiphrase, un dialogue du De remediis sur les petits désagréments de la vie (De minutis tediis rerum variarum) dans lequel Pétrarque critique, sur le registre de l’ironie, la peinture topique et figée du silence naturel idyllique auquel il dit adhérer dans ses ouvrages latins.
Petrarca, Silenzio, Solitudo, Familiares, De remediis utriusque fortune
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