Il progetto Digitalizzazione dei giornali di informazione editi in Umbria posseduti dalla Biblioteca Augusta ha reso fruibili in Internet ben 130.000 pagine di periodici storici locali editi dalla fine del Settecento alla metà del Novecento (EDBA). La contributo espone i primi risultati di una ricerca in corso sulla lingua dei giornali umbri dell’Ottocento, sui quali scarseggiano studi specifici, anche di taglio storico-culturale, da affiancare all’ancora utile D’Alessandro 1960. Tra le testate più antiche incluse nel corpus dell’EDBA, il Giornale del Trasimeno (GT), esempio rappresentativo della stampa periodica nei territori italiani annessi all’impero napoleonico (su cui v. Capra 1976 e Masini 1994), consente di approfondire la conoscenza di una fase assai importante della storia del linguaggio burocratico-amministrativo e dello sviluppo di lessici settoriali in epoca preunitaria, specie per quanto riguarda modalità e canali di diffusione nell’uso scritto corrente. Le tipologie testuali del GT sono oggetto di un’analisi pragmatica e retorica, specie per quanto riguarda la sezione Atti amministrativi (AM), che occupa le prime pagine del periodico e include decreti veri e propri (la cui tipica struttura fu introdotta dal diritto napoleonico), circolari ed avvisi, accompagnati, a volte in ibrida mescolanza, da discorsi pubblici e commenti ai provvedimenti, formulati con intenti celebrativi e propagandistici dallo stesso prefetto del dipartimento del Trasimeno. Diversamente da altri giornali “ufficiali” del tempo, pubblicati in francese o bilingui, il GT fu redatto unicamente in italiano, ma la mole dei francesismi integrali o adattati appare prevedibilmente imponente (sia nel lessico giuridico-amministrativo, come ad es. i verbi arrêter – il performativo presente in tutti i decreti – ed esecutare ‘giustiziare’, sia nella terminologia tecnica relativa a pesi e misure o legata all’introduzione di nuove produzioni, come nel caso del sostantivo routoir ‘luogo in cui si facevano macerare fibre tessili’: cfr. TLFi, s.v.). A questo genere di prestiti, si accompagnano vari tipi di calchi, tra cui quelli semantici (come ad es. piazza per ‘impiego’) e quelli strutturali: derivativi, come capoluogo, o sintagmatici, come giudice di pace e altri nomi di cariche e organismi pubblici concernenti lo Stato e la sua organizzazione, in gran parte già entrati in circolazione durante il trienno rivolzionario (Leso 1991). Ottimi studi hanno messo a fuoco le reazioni alla massiccia invasione di francesismi nella lingua comune (Zolli 1974, Scotti Morgana 1984, Serianni 1981), considerando giustamente le indicazioni dei puristi, insieme alla stampa periodica, come fonti di notizie sul consolidarsi di forestierismi e neologismi nei vari ambiti della vita pratica e intellettuale nell’età napoleonica; ora inoltre la consultazione on line dell’archivio VOCANET rende facile rintracciare le prime attestazioni di molte voci registrate nell’Elenco del Bernardoni e in altri repertori, ma soprattutto permette numerose retrodatazioni. Negli spogli del GT sono stati evidenziati in particolare collocazioni, tecnicismi collaterali e polirematiche, alcuni destinati a radicarsi nel linguaggio giuridico-amministrativo italiano (come rilasciare una ricevuta, incaricato dell’esecuzione, estratto dell’atto, carta bollata), altri a scomparire (come convincere di un delitto ‘dimostrare la colpevolezza dell’imputato’; riempire le condizioni ‘rispondere a requisiti’; foglio di rotta ‘sorta di lasciapassare per militari’). Pure rilevante appare la presenza negli AM pubblicati nel GT di molti tratti sintattici che siamo abituati a considerare stereotipi del sottocodice giuridico e burocratico (Mortara Garavelli 2001, Raso 2005): predilezione per forme implicite del verbo (in particolare per il gerundio e il participio passato posto in apertura delle cosiddette frasi uniche); abbondanza di participi presenti con pieno valore verbale («individui […] prevenuti di cospirazione, e complotto tendenti a turbare l’Impero Francese»); forte incidenza di forme passive (specie con il futuro deontico: «il presente ordine sarà stampato, pubblicato, ed affisso») e forme impersonali in costrutti sintetici, oltre a il di lui / il di cui per il possessivo («ogni Proprietario di Causa […] i di cui documenti, e ragioni saranno state accettate per esaminarsi […], avrà diritto di presentarsi»); ecc. Ricerche recenti sul linguaggio burocratico-amministrativo dall’Unità a oggi ne hanno messo in luce la resistenza al cambiamento, a partire da queste e altre componenti (Viale 2010, Atzori 2009). Nei giornali che furono diretta emanazione delle autorità napoleoniche in Italia è possibile dunque rintracciare precedenti e modelli di riferimento per la formazione di quella koinè burocratica postunitaria di cui è stato sottolineato il ruolo centrale nel più generale processo di unificazione linguistica nazionale (Tesi 2005). Bibliografia AA.VV., 1985, Lingua degli uffici e lingua di popolo nella Toscana napoleonica, Firenze, Accademia della Crusca.[Zolli, Il linguaggio giuridico e amministrativo nell’età rivoluzionaria e napoleonica, pp. 7-14, Parenti, Sulla terminologia giuridica nelle costituzioni lucchesi, pp. 15-26, Zuliani, Per una concordanza del Codice Napoleone, pp. 27-58, Fiorelli, Per un glossario giuridico della toscana napoleonica, pp. 59-210] Alfieri, G., Cassola, A. 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Formigari, Bologna, il Mulino, 1984, pp. 127-154), pp. 329-360; Leggi bilingui nella Toscana della reggenza (già in Linguistica giuridica italiana e tedesca, a cura di D. Veronesi, Padova, Unipress, 2000, pp. 229-242), pp. 361-378]. Fogaresi, M., 1983, Parole e cultura giuridica e filosofica. Evoluzione terminologica e neologismi nel campo del diritto e della filosofia durante il Settecento, Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Folena, G., 1986, Alla vigilia della rivoluzione francese: l’italiano due secoli fa tra riforme e rivoluzioni, «Lettere italiane», XXXVIII/2, aprile-giugno 1986, pp. 193-216. GDLI = Grande Dizionario della Lingua Italiana, dir. S. Battaglia, 21 voll., Torino, UTET, 1961-2002. GRADIT = Grande dizionario italiano dell'uso, dir. T. De Mauro, 8 voll., Torino, UTET, 2000-2007. Gualdo, R., Telve, S., 2012, Linguaggi specialistici dell’italiano, Roma, Carocci. 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La stampa italiana nell’età napoleonica come collettore e canale di diffusione del linguaggio burocratico-amministrativo e di terminologie speciali: il caso del “Giornale del Trasimeno” (1810-1813)

COVINO S;
2014-01-01

Abstract

Il progetto Digitalizzazione dei giornali di informazione editi in Umbria posseduti dalla Biblioteca Augusta ha reso fruibili in Internet ben 130.000 pagine di periodici storici locali editi dalla fine del Settecento alla metà del Novecento (EDBA). La contributo espone i primi risultati di una ricerca in corso sulla lingua dei giornali umbri dell’Ottocento, sui quali scarseggiano studi specifici, anche di taglio storico-culturale, da affiancare all’ancora utile D’Alessandro 1960. Tra le testate più antiche incluse nel corpus dell’EDBA, il Giornale del Trasimeno (GT), esempio rappresentativo della stampa periodica nei territori italiani annessi all’impero napoleonico (su cui v. Capra 1976 e Masini 1994), consente di approfondire la conoscenza di una fase assai importante della storia del linguaggio burocratico-amministrativo e dello sviluppo di lessici settoriali in epoca preunitaria, specie per quanto riguarda modalità e canali di diffusione nell’uso scritto corrente. Le tipologie testuali del GT sono oggetto di un’analisi pragmatica e retorica, specie per quanto riguarda la sezione Atti amministrativi (AM), che occupa le prime pagine del periodico e include decreti veri e propri (la cui tipica struttura fu introdotta dal diritto napoleonico), circolari ed avvisi, accompagnati, a volte in ibrida mescolanza, da discorsi pubblici e commenti ai provvedimenti, formulati con intenti celebrativi e propagandistici dallo stesso prefetto del dipartimento del Trasimeno. Diversamente da altri giornali “ufficiali” del tempo, pubblicati in francese o bilingui, il GT fu redatto unicamente in italiano, ma la mole dei francesismi integrali o adattati appare prevedibilmente imponente (sia nel lessico giuridico-amministrativo, come ad es. i verbi arrêter – il performativo presente in tutti i decreti – ed esecutare ‘giustiziare’, sia nella terminologia tecnica relativa a pesi e misure o legata all’introduzione di nuove produzioni, come nel caso del sostantivo routoir ‘luogo in cui si facevano macerare fibre tessili’: cfr. TLFi, s.v.). A questo genere di prestiti, si accompagnano vari tipi di calchi, tra cui quelli semantici (come ad es. piazza per ‘impiego’) e quelli strutturali: derivativi, come capoluogo, o sintagmatici, come giudice di pace e altri nomi di cariche e organismi pubblici concernenti lo Stato e la sua organizzazione, in gran parte già entrati in circolazione durante il trienno rivolzionario (Leso 1991). Ottimi studi hanno messo a fuoco le reazioni alla massiccia invasione di francesismi nella lingua comune (Zolli 1974, Scotti Morgana 1984, Serianni 1981), considerando giustamente le indicazioni dei puristi, insieme alla stampa periodica, come fonti di notizie sul consolidarsi di forestierismi e neologismi nei vari ambiti della vita pratica e intellettuale nell’età napoleonica; ora inoltre la consultazione on line dell’archivio VOCANET rende facile rintracciare le prime attestazioni di molte voci registrate nell’Elenco del Bernardoni e in altri repertori, ma soprattutto permette numerose retrodatazioni. Negli spogli del GT sono stati evidenziati in particolare collocazioni, tecnicismi collaterali e polirematiche, alcuni destinati a radicarsi nel linguaggio giuridico-amministrativo italiano (come rilasciare una ricevuta, incaricato dell’esecuzione, estratto dell’atto, carta bollata), altri a scomparire (come convincere di un delitto ‘dimostrare la colpevolezza dell’imputato’; riempire le condizioni ‘rispondere a requisiti’; foglio di rotta ‘sorta di lasciapassare per militari’). Pure rilevante appare la presenza negli AM pubblicati nel GT di molti tratti sintattici che siamo abituati a considerare stereotipi del sottocodice giuridico e burocratico (Mortara Garavelli 2001, Raso 2005): predilezione per forme implicite del verbo (in particolare per il gerundio e il participio passato posto in apertura delle cosiddette frasi uniche); abbondanza di participi presenti con pieno valore verbale («individui […] prevenuti di cospirazione, e complotto tendenti a turbare l’Impero Francese»); forte incidenza di forme passive (specie con il futuro deontico: «il presente ordine sarà stampato, pubblicato, ed affisso») e forme impersonali in costrutti sintetici, oltre a il di lui / il di cui per il possessivo («ogni Proprietario di Causa […] i di cui documenti, e ragioni saranno state accettate per esaminarsi […], avrà diritto di presentarsi»); ecc. Ricerche recenti sul linguaggio burocratico-amministrativo dall’Unità a oggi ne hanno messo in luce la resistenza al cambiamento, a partire da queste e altre componenti (Viale 2010, Atzori 2009). Nei giornali che furono diretta emanazione delle autorità napoleoniche in Italia è possibile dunque rintracciare precedenti e modelli di riferimento per la formazione di quella koinè burocratica postunitaria di cui è stato sottolineato il ruolo centrale nel più generale processo di unificazione linguistica nazionale (Tesi 2005). Bibliografia AA.VV., 1985, Lingua degli uffici e lingua di popolo nella Toscana napoleonica, Firenze, Accademia della Crusca.[Zolli, Il linguaggio giuridico e amministrativo nell’età rivoluzionaria e napoleonica, pp. 7-14, Parenti, Sulla terminologia giuridica nelle costituzioni lucchesi, pp. 15-26, Zuliani, Per una concordanza del Codice Napoleone, pp. 27-58, Fiorelli, Per un glossario giuridico della toscana napoleonica, pp. 59-210] Alfieri, G., Cassola, A. (a cura di), 1998, La “lingua d’Italia”. Usi pubblici e istituzionali. Atti del XXIX Convegno SLI, Malta, 3-5 novembre 1995, Roma, Bulzoni. Alpa, G., 2000, Trattato di diritto civile, I. storia, fonti, interpretazione, Milano, Giuffrè (capp. I E II, pp. 7-320). Alpa, G., 2009, La cultura delle regole. Storia del diritto civile italiano, Roma-Bari, Laterza. Atzori, E., 2009, La comunicazione pubblica del Comune di Milano. Analisi linguistica (1859-1890), Milano, Franco Angeli. Bernardoni, G., 1812, Elenco di alcune parole oggidì frequentemente in uso le quali non sono ne’ vocabolari italiani, Milano, Gioanni Bernardoni. Bollettino della Consulta = Bollettino delle leggi e decreti imperiali publicati dalla Consulta straordinaria negli Stati romani, 13 voll., Roma, Luigi Perego Salvioni Stampatore, 1809-1810. Briganti, L., 1998, L’italiano politico-amministrativo della Repubblica Cisalpina. Bandi e Proclami del dipartimento del Rubicone, in Alfieri-Cassola 1998: 95-112. 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2014
978-88-7667-472-3
LINGUA GIORNALI OTTOCENTO; LINGUAGGIO E TIPOLOGIE TESTUALI BUROCRATICO-AMMINISTRATIVE
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