Il termine gender, per molti studiosi di letteratura italiana, più che denotare un campo di studi o una prospettiva critica, connota una moda critica, confinata ai dipartimenti di anglistica – che effettivamente in Italia sono stati gli unici a praticarla – o al più vicina alle prospettive di analisi maturate all’interno degli studi di Letterature comparate. Una situazione, questa, che cammina di pari passo con il disinteresse della critica italiana per la Teoria della letteratura e che trova simbolica testimonianza nell’assenza di un termine che in maniera adeguata traduca quello inglese di gender, e l’aggettivo derivato gendered, senza creare confusione con la categoria di genere letterario. Nata in Inghilterra e Stati Uniti come letteratura militante, la narrativa ‘gendered’ si è imposta all’attenzione del pubblico con due caratteristiche riconoscibili: la matrice femminista e il realismo delle trame. Le storie vengono scelte per il loro valore politico e seguono un ordine naturale, rinunciando alla ‘suspension of disbelief’ che permette al lettore di giocare con la ‘fiction’ spingendosi fino al limite del ‘life-writing’. In Italia, invece, l’iniziale diffidenza verso la ‘gender critics’ ha portato a inquadrare le voci femminili più per il loro stile che per l’intento politico, finendo – paradossalmente – col suggerire una soluzione per il futuro di questa narrativa. Recuperati i meccanismi finzionali del racconto, le storie ‘gendered’ potrebbero diventare banco di prova delle politiche sociali, economiche e culturali, e favorire l’accettazione di nuovi ruoli della donna e nuovi punti di vista sui sessi.

Gender, Fiction e uso sociale della letteratura

MARINO T
2016-01-01

Abstract

Il termine gender, per molti studiosi di letteratura italiana, più che denotare un campo di studi o una prospettiva critica, connota una moda critica, confinata ai dipartimenti di anglistica – che effettivamente in Italia sono stati gli unici a praticarla – o al più vicina alle prospettive di analisi maturate all’interno degli studi di Letterature comparate. Una situazione, questa, che cammina di pari passo con il disinteresse della critica italiana per la Teoria della letteratura e che trova simbolica testimonianza nell’assenza di un termine che in maniera adeguata traduca quello inglese di gender, e l’aggettivo derivato gendered, senza creare confusione con la categoria di genere letterario. Nata in Inghilterra e Stati Uniti come letteratura militante, la narrativa ‘gendered’ si è imposta all’attenzione del pubblico con due caratteristiche riconoscibili: la matrice femminista e il realismo delle trame. Le storie vengono scelte per il loro valore politico e seguono un ordine naturale, rinunciando alla ‘suspension of disbelief’ che permette al lettore di giocare con la ‘fiction’ spingendosi fino al limite del ‘life-writing’. In Italia, invece, l’iniziale diffidenza verso la ‘gender critics’ ha portato a inquadrare le voci femminili più per il loro stile che per l’intento politico, finendo – paradossalmente – col suggerire una soluzione per il futuro di questa narrativa. Recuperati i meccanismi finzionali del racconto, le storie ‘gendered’ potrebbero diventare banco di prova delle politiche sociali, economiche e culturali, e favorire l’accettazione di nuovi ruoli della donna e nuovi punti di vista sui sessi.
2016
GENDER; FICTION; LETTERATURA
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/11197
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