Il contributo si situa all’interno di un progetto internazionale (VIRAL - Virtual Intercultural Reality Active Learning for local communities) che intende affrontare le problematiche e le difficoltà che emergono nelle piccole comunità locali dei Paesi partner (Italia, Grecia, Romania e Polonia) a causa dei processi migratori in corso con le conseguenti sfide per il mercato del lavoro e per la coesione sociale. La cornice teorica di riferimento è l’approccio dialogico, che pone il dialogo alla base dei processi educativi di co-costruzione di conoscenze, competenze e relazioni interculturali (Coppola 2009) e tiene conto di diversi modelli di comunicazione, in particolare, dei modelli basati sulla relazione di aiuto e del “prendersi cura” (Watzlawick et al. 1971, Rogers 1997), quelli nati nell’ambito dei Peace Studies e delle ricerche sulla trasformazione nonviolenta dei conflitti (Galtung 2006), anticipati con grande originalità da Aldo Capitini, quelli maieutici della comunicazione nonviolenta (Rosenberg 2003, Novara 2011, Sclavi 2003). Questi modelli fungono da strumenti teorici per l’analisi delle situazioni di conflitto e generano proposte funzionali alla realizzazione concreta dell’obiettivo della nonviolenza. Nel contributo si riportano i primi risultati emersi da una ricerca esplorativa realizzata all’interno del progetto VIRAL. La tecnica impiegata è quella del focus group: i quattro Paesi partner hanno organizzato gruppi di discussione composti dai principali rappresentanti della popolazione di interesse (rappresentanti di minoranze linguistiche e culturali presenti nel territorio, volontari, formatori presso organizzazioni non governative, insegnanti delle scuole, esperti multiculturali, operatori sociali, rappresentanti di imprese locali, delegati comunali e rappresentanti delle forze dell’ordine); le discussioni, della durata di circa un’ora e mezza ciascuna, sono state registrate, trascritte e tradotte in una lingua veicolare (inglese). Benché le problematiche affrontate dai quattro Paesi coinvolti siano, per molti aspetti, diverse, una prima analisi dei risultati rivela interessanti punti in comune, tra cui il problema delle “barriere comunicative” generate da stereotipi, pregiudizi, stigmatizzazioni. Un’attenta riflessione su questi dati e sulla genesi dei pregiudizi, alla luce del quadro teorico di riferimento, consentirà di fare proposte sugli strumenti da utilizzare (in presenza e virtualmente, a seconda delle necessità) per una formazione interculturale e dialogica dei migranti e dei gruppi di accoglienza.
La migrazione nei piccoli centri: dal pregiudizio alla condivisione
Coppola D.;Samu B.
2021-01-01
Abstract
Il contributo si situa all’interno di un progetto internazionale (VIRAL - Virtual Intercultural Reality Active Learning for local communities) che intende affrontare le problematiche e le difficoltà che emergono nelle piccole comunità locali dei Paesi partner (Italia, Grecia, Romania e Polonia) a causa dei processi migratori in corso con le conseguenti sfide per il mercato del lavoro e per la coesione sociale. La cornice teorica di riferimento è l’approccio dialogico, che pone il dialogo alla base dei processi educativi di co-costruzione di conoscenze, competenze e relazioni interculturali (Coppola 2009) e tiene conto di diversi modelli di comunicazione, in particolare, dei modelli basati sulla relazione di aiuto e del “prendersi cura” (Watzlawick et al. 1971, Rogers 1997), quelli nati nell’ambito dei Peace Studies e delle ricerche sulla trasformazione nonviolenta dei conflitti (Galtung 2006), anticipati con grande originalità da Aldo Capitini, quelli maieutici della comunicazione nonviolenta (Rosenberg 2003, Novara 2011, Sclavi 2003). Questi modelli fungono da strumenti teorici per l’analisi delle situazioni di conflitto e generano proposte funzionali alla realizzazione concreta dell’obiettivo della nonviolenza. Nel contributo si riportano i primi risultati emersi da una ricerca esplorativa realizzata all’interno del progetto VIRAL. La tecnica impiegata è quella del focus group: i quattro Paesi partner hanno organizzato gruppi di discussione composti dai principali rappresentanti della popolazione di interesse (rappresentanti di minoranze linguistiche e culturali presenti nel territorio, volontari, formatori presso organizzazioni non governative, insegnanti delle scuole, esperti multiculturali, operatori sociali, rappresentanti di imprese locali, delegati comunali e rappresentanti delle forze dell’ordine); le discussioni, della durata di circa un’ora e mezza ciascuna, sono state registrate, trascritte e tradotte in una lingua veicolare (inglese). Benché le problematiche affrontate dai quattro Paesi coinvolti siano, per molti aspetti, diverse, una prima analisi dei risultati rivela interessanti punti in comune, tra cui il problema delle “barriere comunicative” generate da stereotipi, pregiudizi, stigmatizzazioni. Un’attenta riflessione su questi dati e sulla genesi dei pregiudizi, alla luce del quadro teorico di riferimento, consentirà di fare proposte sugli strumenti da utilizzare (in presenza e virtualmente, a seconda delle necessità) per una formazione interculturale e dialogica dei migranti e dei gruppi di accoglienza.File | Dimensione | Formato | |
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