Balibar rilancia qui il concetto “dinamico, relazionale e conflittuale della democrazia” più volte presentato in lavori come Cittadinanza (Torino, Bollati Boringhieri, 2012) o il più recente Europe, crise et fin ? (Lormont, Le Bord de l’eau, 2016; tr. it. Crisi e fine dell’Europa ?, Torino, Bollati Boringhieri, 2016). Dopo aver affrontato la questione del populismo e quella del neoliberalismo egemone – che in un’ottica di lungo periodo viene qui presentato anche come fenomeno post-socialista e post-coloniale -, Balibar sostiene che il processo di de-democratizzazione oggi in corso un po’ ovunque potrà essere invertito solo costruendo “collettivamente gli strumenti per modificare la globalizzazione o, se si vuole, per ri-orientarla”. Ad esempio, contro un’Unione europea che “concorre attivamente alla sua stessa decomposizione” – ma anche contro ogni ripiegamento di stampo neo-nazionalista -, si tratta di “lavorare alla sua rifondazione”: a partire dall’agire politico di tutti quei movimenti “che accrescono il livello di esigenza democratica nello spazio europeo”. Sullo sfondo delle parole di Balibar, campeggia la lezione “democratizzante” di Baruch Spinoza e, in particolare, la sua “straordinaria capacità di analizzare i problemi posti dall’idea di una potenza della massa o della moltitudine”. Moltitudine che – come Balibar aveva già messo in luce in Spinoza et la politique (1985) – è “al contempo una forza creativa e un pericolo per se stessa”.
Democratizzazione o de-democratizzazione: la dimensione transnazionale
Alessandro Simoncini
2017-01-01
Abstract
Balibar rilancia qui il concetto “dinamico, relazionale e conflittuale della democrazia” più volte presentato in lavori come Cittadinanza (Torino, Bollati Boringhieri, 2012) o il più recente Europe, crise et fin ? (Lormont, Le Bord de l’eau, 2016; tr. it. Crisi e fine dell’Europa ?, Torino, Bollati Boringhieri, 2016). Dopo aver affrontato la questione del populismo e quella del neoliberalismo egemone – che in un’ottica di lungo periodo viene qui presentato anche come fenomeno post-socialista e post-coloniale -, Balibar sostiene che il processo di de-democratizzazione oggi in corso un po’ ovunque potrà essere invertito solo costruendo “collettivamente gli strumenti per modificare la globalizzazione o, se si vuole, per ri-orientarla”. Ad esempio, contro un’Unione europea che “concorre attivamente alla sua stessa decomposizione” – ma anche contro ogni ripiegamento di stampo neo-nazionalista -, si tratta di “lavorare alla sua rifondazione”: a partire dall’agire politico di tutti quei movimenti “che accrescono il livello di esigenza democratica nello spazio europeo”. Sullo sfondo delle parole di Balibar, campeggia la lezione “democratizzante” di Baruch Spinoza e, in particolare, la sua “straordinaria capacità di analizzare i problemi posti dall’idea di una potenza della massa o della moltitudine”. Moltitudine che – come Balibar aveva già messo in luce in Spinoza et la politique (1985) – è “al contempo una forza creativa e un pericolo per se stessa”.File | Dimensione | Formato | |
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