Il saggio apre l'edizione critica di un volume divenuto un classico degli studi sulla comunicazione, Media Logic, di D. Altheide e R. Snow, pubblicato nel 1979. Il libro ha da allora riscosso notevole successo, affermando diffusamente il concetto impresso nel titolo. Tuttavia, non era stato considerato come espressione compiuta di un impianto teorico a tutto tondo. È quello che il saggio cerca di illustrare e commentare criticamente. Si discute, infatti, del modo in cui, attorno all'idea di media logic, si addensino una serie di altri concetti, la cui coesione dà vita ad una vera e propria teoria della mediatizzazione della cultura. È proprio su tale impianto che il saggio compie un'attenta decostruzione, analizzando sia i presupposti teorico-epistemologici, sia la sequenza dei nessi logico-teorici. Una certa visione dell'interazionismo simbolico, una peculiare lettura dell'approccio tecnologico-culturale e della prospettiva fenomenologica si fondono con gli studi sul lavoro giornalistico in modo acuto. Emerge, quindi, una sorta di teoria neo-critica dei media, di impronta mista, che costruisce un suo solido concetto di potere dei media e ne fa derivare un esito ideologico pervasivo, proponendo la capacità degli autori di far convergere verso tale lettura, in modo originale, le correnti di ricerca ed elaborazione teorica di un ventennio, fino all'agenda setting. Si evidenzia una prospettiva che, pur basata sulla dominanza del mezzo televisivo, sarà ripresa in seguito, non solo per sorreggere il percorso del concetto di mediatizzazione della politica, ma anche per interpretare il mondo digitale, secondo una chiave, appunto, mediacentrica.

La logica dei media e la cultura della società

Marini R
2017-01-01

Abstract

Il saggio apre l'edizione critica di un volume divenuto un classico degli studi sulla comunicazione, Media Logic, di D. Altheide e R. Snow, pubblicato nel 1979. Il libro ha da allora riscosso notevole successo, affermando diffusamente il concetto impresso nel titolo. Tuttavia, non era stato considerato come espressione compiuta di un impianto teorico a tutto tondo. È quello che il saggio cerca di illustrare e commentare criticamente. Si discute, infatti, del modo in cui, attorno all'idea di media logic, si addensino una serie di altri concetti, la cui coesione dà vita ad una vera e propria teoria della mediatizzazione della cultura. È proprio su tale impianto che il saggio compie un'attenta decostruzione, analizzando sia i presupposti teorico-epistemologici, sia la sequenza dei nessi logico-teorici. Una certa visione dell'interazionismo simbolico, una peculiare lettura dell'approccio tecnologico-culturale e della prospettiva fenomenologica si fondono con gli studi sul lavoro giornalistico in modo acuto. Emerge, quindi, una sorta di teoria neo-critica dei media, di impronta mista, che costruisce un suo solido concetto di potere dei media e ne fa derivare un esito ideologico pervasivo, proponendo la capacità degli autori di far convergere verso tale lettura, in modo originale, le correnti di ricerca ed elaborazione teorica di un ventennio, fino all'agenda setting. Si evidenzia una prospettiva che, pur basata sulla dominanza del mezzo televisivo, sarà ripresa in seguito, non solo per sorreggere il percorso del concetto di mediatizzazione della politica, ma anche per interpretare il mondo digitale, secondo una chiave, appunto, mediacentrica.
2017
978-88-6992-387-6
media logic, cultura dei media, pubblico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/1317
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