Il libro comprende testi di Maria Grazia Calandrone, Anna Simone, Barbara Poggio, Caterina Botti, Lorenzo Bernini, Paola Rudan, Marianna Esposito, Siriana Sgavicchia, Alessandro Simoncini, Stefania Tusini. Ciò che collega i testi, nella loro diversità, è il tentativo di riflettere sul concetto di differenza. Le differenze - sostengono le curatrici e il curatore - possono essere barriere, come ha scritto Audre Lorde. Nonostante la promessa universalistica della modernità, le differenze continuano infatti a gerarchizzare la cittadinanza in base al sesso o al genere, alla classe e alla “razza”. La barriera del sesso e del genere ha determinato e determina la posizione sociale delle donne e delle persone non binarie, che non sottostanno alla normatività del “pensiero eterosessuale”. La barriera di classe ha assoggettato e assoggetta le lavoratrici e i lavoratori alle gerarchie dell’ordine capitalista, con buona pace del suo formalismo giuridico. Sotto le mentite spoglie dell’etnia, della cultura, dell’identità, della tradizione religiosa, la barriera della “razza” continua poi ad operare nelle società postcoloniali, dove larghe quote di popolazione migrante vengono razzializzate e incluse in modo differenziale. Le differenze, però, possono essere anche ponti che connettono tra loro i subalterni (e i non subalterni) in una soggettività articolata capace di criticare materialmente l’assoggettamento di tutte e di tutti.
Sulla differenza. Genere, razza, classe
Alessandro Simoncini;Stefania Tusini;Siriana Sgavicchia
2025-01-01
Abstract
Il libro comprende testi di Maria Grazia Calandrone, Anna Simone, Barbara Poggio, Caterina Botti, Lorenzo Bernini, Paola Rudan, Marianna Esposito, Siriana Sgavicchia, Alessandro Simoncini, Stefania Tusini. Ciò che collega i testi, nella loro diversità, è il tentativo di riflettere sul concetto di differenza. Le differenze - sostengono le curatrici e il curatore - possono essere barriere, come ha scritto Audre Lorde. Nonostante la promessa universalistica della modernità, le differenze continuano infatti a gerarchizzare la cittadinanza in base al sesso o al genere, alla classe e alla “razza”. La barriera del sesso e del genere ha determinato e determina la posizione sociale delle donne e delle persone non binarie, che non sottostanno alla normatività del “pensiero eterosessuale”. La barriera di classe ha assoggettato e assoggetta le lavoratrici e i lavoratori alle gerarchie dell’ordine capitalista, con buona pace del suo formalismo giuridico. Sotto le mentite spoglie dell’etnia, della cultura, dell’identità, della tradizione religiosa, la barriera della “razza” continua poi ad operare nelle società postcoloniali, dove larghe quote di popolazione migrante vengono razzializzate e incluse in modo differenziale. Le differenze, però, possono essere anche ponti che connettono tra loro i subalterni (e i non subalterni) in una soggettività articolata capace di criticare materialmente l’assoggettamento di tutte e di tutti.File | Dimensione | Formato | |
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