Tra le donne italiane che nel Secolo dei Lumi hanno compiuto e raccontato viaggi, spicca la marchesa Margherita Sparapani Gentili Boccapaduli (1735-1820), brillante animatrice di un salotto romano in cui si riuniscono gli artisti e gli intellettuali più in vista dell’epoca, primo tra tutti Alessandro Verri. Proprio in compagnia di quest’ultimo, con il quale instaura un legame sentimentale, la marchesa – tra il 1794 e il 1795 – intraprende quella che, nella Lettera del 15 ottobre 1793 del Carteggio di Pietro e Alessandro Verri, è definita una «gita per le principali città di tutta Italia». Durante il viaggio, la marchesa redige un diario di più di cinquecento pagine il cui manoscritto è perduto, ma di cui esistono due copie: una trascrizione parziale e posteriore del viaggio al Nord realizzata da Francesco Novati e una trascrizione coeva e completa del viaggio a Napoli, dovuta alla mano di Domenico Genovesi. Nel presente intervento, intendo focalizzare la mia attenzione sulle destinazioni adriatiche del viaggio della marchesa, le quali sono state numerose e cruciali nell’economia dell’itinerario: Ancona, Senigallia, Fano, Pesaro, Venezia e infine la parte adriaca degli Abruzzi, con Giulianova e Pescara. L’obiettivo è quello di analizzare le modalità descrittive e retorico-stilistiche con cui la marchesa ha presentato, nel suo diario, le mete adriatiche. In tal modo, si ambisce ad aggiungere un tassello alla conoscenza delle rappresentazioni letterarie che sono state dedicate dall’area delimitata dal Mar Adriatico, un territorio geograficamente molto ampio e dai contorni sfumati, non strettamente identificabili con i confini politici o con le rappresentazioni cartografiche delle mappe.
Le tappe adriatiche dei viaggi della marchesa Margherita Sparapani Gentili Boccapaduli
Maiorano, Maria Flavia
2024-01-01
Abstract
Tra le donne italiane che nel Secolo dei Lumi hanno compiuto e raccontato viaggi, spicca la marchesa Margherita Sparapani Gentili Boccapaduli (1735-1820), brillante animatrice di un salotto romano in cui si riuniscono gli artisti e gli intellettuali più in vista dell’epoca, primo tra tutti Alessandro Verri. Proprio in compagnia di quest’ultimo, con il quale instaura un legame sentimentale, la marchesa – tra il 1794 e il 1795 – intraprende quella che, nella Lettera del 15 ottobre 1793 del Carteggio di Pietro e Alessandro Verri, è definita una «gita per le principali città di tutta Italia». Durante il viaggio, la marchesa redige un diario di più di cinquecento pagine il cui manoscritto è perduto, ma di cui esistono due copie: una trascrizione parziale e posteriore del viaggio al Nord realizzata da Francesco Novati e una trascrizione coeva e completa del viaggio a Napoli, dovuta alla mano di Domenico Genovesi. Nel presente intervento, intendo focalizzare la mia attenzione sulle destinazioni adriatiche del viaggio della marchesa, le quali sono state numerose e cruciali nell’economia dell’itinerario: Ancona, Senigallia, Fano, Pesaro, Venezia e infine la parte adriaca degli Abruzzi, con Giulianova e Pescara. L’obiettivo è quello di analizzare le modalità descrittive e retorico-stilistiche con cui la marchesa ha presentato, nel suo diario, le mete adriatiche. In tal modo, si ambisce ad aggiungere un tassello alla conoscenza delle rappresentazioni letterarie che sono state dedicate dall’area delimitata dal Mar Adriatico, un territorio geograficamente molto ampio e dai contorni sfumati, non strettamente identificabili con i confini politici o con le rappresentazioni cartografiche delle mappe.File | Dimensione | Formato | |
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