Tra 1952 e 1953 Rauschenberg e Twombly viaggiano in Italia interessandosi all’arte antica e alle culture euromediterranee. Conosciamo solo in parte le motivazioni che spingono i due giovani artisti a confrontarsi in profondità con l’arte europea, quasi in un proposito di consapevole distanziamento dalla scena newyorkese astratto-espressionistica. In occasione del viaggio, Rauschenberg espone comunque i suoi object trouvés a Roma e Firenze, e si può provare che taluni ricordi o “scoperte” maturati nel corso del viaggio alimentano a lungo la sua immaginazione. Lo aiutano anzi a creare i combine-paintings forse più celebri. A Roma Rauschenberg visita Burri in studio, ed è indubbiamente stimolato dall’incontro con l’artista umbro, di cui vede le opere. Per parte sua Twombly si stabilisce in Italia nel 1957, attratto dalle vestigia di civiltà remote e dal mito greco-romano. La sua attività “italiana” desta qui presto un’ampia risonanza. Il dare-e-avere tra arte italiana e arte americana - in particolare: tra Rauschenberg e Twombly con la tradizione peninsulare, persino la più recente; e dell’arte italiana a cavallo tra Sessanta e Settanta con la scena artistica americana contemporanea - non è stato chiarito né articolato in modo adeguato. Tuttavia sia la scena milanese per così dire post-spazialista (in primis Piero Manzoni) sia, e più a lungo, la scena romana tra monocromo, Pop e concettuale (da Pascali a Kounellis, da De Dominicis e Vettor Pisani a Carlo Maria Mariani) recano tracce durature dell’incontro-scontro con i due artisti americani (alla cui influenza, sul finire degli anni Cinquanta, si aggiunge Johns); e trovano nella loro attività motivi per esplorare con sguardo nuovo l’eredità culturale e le forme di una sua possibile rigenerazione nel contesto atlantico del secondo dopoguerra.

Americani a Roma: Cy Twombly, Robert Rauschenberg e l’Antico, Conferenza FAI, giov. 16 gennaio 2025, Spazio Sette Libreria, Roma

Dantini, Michele
2025-01-01

Abstract

Tra 1952 e 1953 Rauschenberg e Twombly viaggiano in Italia interessandosi all’arte antica e alle culture euromediterranee. Conosciamo solo in parte le motivazioni che spingono i due giovani artisti a confrontarsi in profondità con l’arte europea, quasi in un proposito di consapevole distanziamento dalla scena newyorkese astratto-espressionistica. In occasione del viaggio, Rauschenberg espone comunque i suoi object trouvés a Roma e Firenze, e si può provare che taluni ricordi o “scoperte” maturati nel corso del viaggio alimentano a lungo la sua immaginazione. Lo aiutano anzi a creare i combine-paintings forse più celebri. A Roma Rauschenberg visita Burri in studio, ed è indubbiamente stimolato dall’incontro con l’artista umbro, di cui vede le opere. Per parte sua Twombly si stabilisce in Italia nel 1957, attratto dalle vestigia di civiltà remote e dal mito greco-romano. La sua attività “italiana” desta qui presto un’ampia risonanza. Il dare-e-avere tra arte italiana e arte americana - in particolare: tra Rauschenberg e Twombly con la tradizione peninsulare, persino la più recente; e dell’arte italiana a cavallo tra Sessanta e Settanta con la scena artistica americana contemporanea - non è stato chiarito né articolato in modo adeguato. Tuttavia sia la scena milanese per così dire post-spazialista (in primis Piero Manzoni) sia, e più a lungo, la scena romana tra monocromo, Pop e concettuale (da Pascali a Kounellis, da De Dominicis e Vettor Pisani a Carlo Maria Mariani) recano tracce durature dell’incontro-scontro con i due artisti americani (alla cui influenza, sul finire degli anni Cinquanta, si aggiunge Johns); e trovano nella loro attività motivi per esplorare con sguardo nuovo l’eredità culturale e le forme di una sua possibile rigenerazione nel contesto atlantico del secondo dopoguerra.
2025
New Dada, Alberto Burri, Antico, arte contemporanea, identità, Postwar Italian Art, arte americana
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/44988
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