In questo contributo si propone un’analisi del verbo "stare" in italiano standard, sia in ottica contrastiva rispetto alla sua controparte nelle lingue romanze bicopulari ("estar" in spagnolo, portoghese e catalano), sia nei tratti formali che ne codificano il significato e il comportamento sintattico. In questo secondo aspetto, in particolare, si considererà l’opposizione tra "essere" e "stare", riconoscendo in questa non un’opposizione di tipo copulare, come nelle lingue romanze bicopulari, ma una pura opposizione aspettuale, che attribuisce al verbo "stare" dei tratti semantici legati al controllo del soggetto sull’azione e alla duratività della predicazione. Si attribuisce questa differenza nel trattamento dell’opposizione tra "ser" ed "estar" alla conservatività dell’italiano "stare" rispetto al latino STARE, cioè al fatto che il valore lessicale di "stare" nel significato originario di ‘stare (in piedi), trovarsi’ si è mantenuto in molti degli usi di questo verbo in italiano, mentre nelle lingue romanze bicopulari stare si è progressivamente delessicalizzato fino a diventare un verbo copulare accanto a ESSE, differenziandosene nel valore aspettuale legato ad una predicazione di stati o condizioni temporanei. Nelle conclusioni, si indicano due principali continuazioni della ricerca sul verbo stare, una legata all’uso di "stare" nelle varietà di italiano non-standard e italo-romanze, l’altra legata all’analisi sintattica dell’opposizione "essere/stare" nel quadro teorico del Minimalismo.
Il verbo stare: tratti formali e analisi contrastiva
Piersigilli, Federico
2024-01-01
Abstract
In questo contributo si propone un’analisi del verbo "stare" in italiano standard, sia in ottica contrastiva rispetto alla sua controparte nelle lingue romanze bicopulari ("estar" in spagnolo, portoghese e catalano), sia nei tratti formali che ne codificano il significato e il comportamento sintattico. In questo secondo aspetto, in particolare, si considererà l’opposizione tra "essere" e "stare", riconoscendo in questa non un’opposizione di tipo copulare, come nelle lingue romanze bicopulari, ma una pura opposizione aspettuale, che attribuisce al verbo "stare" dei tratti semantici legati al controllo del soggetto sull’azione e alla duratività della predicazione. Si attribuisce questa differenza nel trattamento dell’opposizione tra "ser" ed "estar" alla conservatività dell’italiano "stare" rispetto al latino STARE, cioè al fatto che il valore lessicale di "stare" nel significato originario di ‘stare (in piedi), trovarsi’ si è mantenuto in molti degli usi di questo verbo in italiano, mentre nelle lingue romanze bicopulari stare si è progressivamente delessicalizzato fino a diventare un verbo copulare accanto a ESSE, differenziandosene nel valore aspettuale legato ad una predicazione di stati o condizioni temporanei. Nelle conclusioni, si indicano due principali continuazioni della ricerca sul verbo stare, una legata all’uso di "stare" nelle varietà di italiano non-standard e italo-romanze, l’altra legata all’analisi sintattica dell’opposizione "essere/stare" nel quadro teorico del Minimalismo.File | Dimensione | Formato | |
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