Il libro è un'edizione critica del fino ad oggi inedito "Compratore di anime morte" di Stefano D'Arrigo - autore noto per il romanzo "Horcynus Orca" (Mondadori 1975). Il testo è stato rintracciato nel Fondo Stefano D'Arrigo dell'Archivio "Alessandro Bonsanti" del Gabinetto Vieusseux di Firenze. Si tratta di una trama narrativa originariamente scritta come riduzione per il cinema da Le anime morte di Nikolaj Gogol'. Il testo, conservato in un dattiloscritto, è stato sottoposto a revisione per la stampa (pur rappresentando l'ultima volontà dell'autore, non era stato allestito in vista della pubblicazione ma appunto come trattamento per un film). La nota al testo dà conto degli interventi che sono stati effettuati per sanare alcune sviste e alcune incoerenze narrative. Il testo del "Compratore di anime morte" è accompagnato da una postfazione piuttosto ampia in cui innanzitutto si ricostruisce l'ideazione del testo e la sua datazione che risale agli anni dell'immediato secondo dopoguerra. Per la datazione si è indagata la corrispondenza inedita dello scrittore conservata presso archivi pubblici e privati (tra i corrispondenti spiccano il filologo Gianvito Resta, amico intimo di D'Arrigo negli anni dell'Università a Messina, lo scrittore e collezionista d'arte Tito Balestra, lo scrittore bolognese Giuseppe Raimondi, il poeta Libero De Libero, lo scrittore e sceneggiatore Cesare Zavattini). Attraverso le tracce lasciate nelle lettere indirizzate agli amici citati emerge il percorso articolato dell'invenzione del racconto che può oggi essere letto come un romanzo. Questo percorso si intreccia poi con la passione e l'attività di D'Arrigo di critico d'arte e amico di Renato Guttuso negli anni in cui a Roma, dove si era trasferito D'Arrigo dal 1945, ferveva la querelle tra astrattismo e realismo. L'intreccio del "Compratore di anime morte", reinventato nel contesto del Risorgimento e ambientato tra Napoli e Palermo nei mesi che precedono l'arrivo di Garibaldi in Sicilia, si presta per molti versi ad essere letto come una testimonianza dell'adesione di D'Arrigo alle ragioni del realismo artistico-letterario, anche per i contenuti di polemica e satira nei confronti del fascismo che si leggono in sottotesto dietro la narrazione storica. La postfazione dà quindi conto delle fonti storiche del "Compratore di anime morte" indagate nella biblioteca reale dello scrittore, così come delle fonti dell'invenzione, prima fra tutte il romanzo di Gogol, ma anche "I racconti di Pietroburgo" dello stesso autore (insieme ad altre), che D'Arrigo conobbe certamente nella traduzione di Tommaso Landolfi del 1941. La fisionomina della narrazione viene quindi ricondotta a diversi modelli e così i personaggi e l'ambientazione consentono di rintracciare fonti letterarie e anche artistiche. Nel complesso si è quindi inteso fornire ai lettori un commento critico della trama narrativa inedita di D'Arrigo, sostenendo il discorso, anche interpretativo, con le testimonianze epistolari inedite ritracciate e con un'indagine delle fonti, molte delle quali ricavate non solo per via indiziaria ma testimoniate dai libri stessi dello scrittore siciliano conservati attualmente dall'erede.

Stefano D'Arrigo, Il compratore di anime morte

siriana sgavicchia
2024-01-01

Abstract

Il libro è un'edizione critica del fino ad oggi inedito "Compratore di anime morte" di Stefano D'Arrigo - autore noto per il romanzo "Horcynus Orca" (Mondadori 1975). Il testo è stato rintracciato nel Fondo Stefano D'Arrigo dell'Archivio "Alessandro Bonsanti" del Gabinetto Vieusseux di Firenze. Si tratta di una trama narrativa originariamente scritta come riduzione per il cinema da Le anime morte di Nikolaj Gogol'. Il testo, conservato in un dattiloscritto, è stato sottoposto a revisione per la stampa (pur rappresentando l'ultima volontà dell'autore, non era stato allestito in vista della pubblicazione ma appunto come trattamento per un film). La nota al testo dà conto degli interventi che sono stati effettuati per sanare alcune sviste e alcune incoerenze narrative. Il testo del "Compratore di anime morte" è accompagnato da una postfazione piuttosto ampia in cui innanzitutto si ricostruisce l'ideazione del testo e la sua datazione che risale agli anni dell'immediato secondo dopoguerra. Per la datazione si è indagata la corrispondenza inedita dello scrittore conservata presso archivi pubblici e privati (tra i corrispondenti spiccano il filologo Gianvito Resta, amico intimo di D'Arrigo negli anni dell'Università a Messina, lo scrittore e collezionista d'arte Tito Balestra, lo scrittore bolognese Giuseppe Raimondi, il poeta Libero De Libero, lo scrittore e sceneggiatore Cesare Zavattini). Attraverso le tracce lasciate nelle lettere indirizzate agli amici citati emerge il percorso articolato dell'invenzione del racconto che può oggi essere letto come un romanzo. Questo percorso si intreccia poi con la passione e l'attività di D'Arrigo di critico d'arte e amico di Renato Guttuso negli anni in cui a Roma, dove si era trasferito D'Arrigo dal 1945, ferveva la querelle tra astrattismo e realismo. L'intreccio del "Compratore di anime morte", reinventato nel contesto del Risorgimento e ambientato tra Napoli e Palermo nei mesi che precedono l'arrivo di Garibaldi in Sicilia, si presta per molti versi ad essere letto come una testimonianza dell'adesione di D'Arrigo alle ragioni del realismo artistico-letterario, anche per i contenuti di polemica e satira nei confronti del fascismo che si leggono in sottotesto dietro la narrazione storica. La postfazione dà quindi conto delle fonti storiche del "Compratore di anime morte" indagate nella biblioteca reale dello scrittore, così come delle fonti dell'invenzione, prima fra tutte il romanzo di Gogol, ma anche "I racconti di Pietroburgo" dello stesso autore (insieme ad altre), che D'Arrigo conobbe certamente nella traduzione di Tommaso Landolfi del 1941. La fisionomina della narrazione viene quindi ricondotta a diversi modelli e così i personaggi e l'ambientazione consentono di rintracciare fonti letterarie e anche artistiche. Nel complesso si è quindi inteso fornire ai lettori un commento critico della trama narrativa inedita di D'Arrigo, sostenendo il discorso, anche interpretativo, con le testimonianze epistolari inedite ritracciate e con un'indagine delle fonti, molte delle quali ricavate non solo per via indiziaria ma testimoniate dai libri stessi dello scrittore siciliano conservati attualmente dall'erede.
2024
978-88-17-17420-6
Stefano D'Arrigo, Gogol
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/38528
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