Il contributo intende proporre una ricognizione e qualche riflessione sul tema della “scuola plurale”, intesa come ambiente di apprendimento formale che non solo accoglie al proprio interno alunni con profili assai diversi gli uni dagli altri, ma che sa anche adottare modalità organizzative e prospettive educative adeguate alla varietà e ai cambiamenti delle caratteristiche e dei bisogni dei propri alunni. Si metterà a fuoco in particolare la situazione scolastica italiana così come si è venuta configurando in quest’ultimo decennio in relazione alla presenza e ai percorsi degli alunni e degli studenti sommariamente definiti “con cittadinanza non italiana”, ad indicare, in realtà, il loro retroterra familiare generalmente non (o limitatamente) italofono. Superata la fase emergenziale degli anni Novanta-Duemila, la stabilizzazione di questa particolare categoria di studenti come componente strutturale della popolazione scolastica del nostro Paese consente – anzi, richiede – di “fare il punto”, per comprendere quali siano le caratteristiche, le criticità, le prospettive del panorama che abbiamo di fronte. All’interno di questa riflessione il tema della lingua rivestirà una posizione di primaria importanza. In ambito scolastico, infatti, il “neoplurilinguismo” apportato dalle migrazioni non rileva soltanto laddove occorra accompagnare sotto il profilo didattico i casi di bilinguismo emergente, ma deve essere tenuto più ampiamente in considerazione quale elemento caratterizzante di ciascuna comunità di apprendimento e dell’intera società, per ripensare e adeguare schemi organizzativi e proposte educative.

La diversità linguistica nella scuola plurale. Dati e temi, strumenti e prospettive

Scaglione S.
2021-01-01

Abstract

Il contributo intende proporre una ricognizione e qualche riflessione sul tema della “scuola plurale”, intesa come ambiente di apprendimento formale che non solo accoglie al proprio interno alunni con profili assai diversi gli uni dagli altri, ma che sa anche adottare modalità organizzative e prospettive educative adeguate alla varietà e ai cambiamenti delle caratteristiche e dei bisogni dei propri alunni. Si metterà a fuoco in particolare la situazione scolastica italiana così come si è venuta configurando in quest’ultimo decennio in relazione alla presenza e ai percorsi degli alunni e degli studenti sommariamente definiti “con cittadinanza non italiana”, ad indicare, in realtà, il loro retroterra familiare generalmente non (o limitatamente) italofono. Superata la fase emergenziale degli anni Novanta-Duemila, la stabilizzazione di questa particolare categoria di studenti come componente strutturale della popolazione scolastica del nostro Paese consente – anzi, richiede – di “fare il punto”, per comprendere quali siano le caratteristiche, le criticità, le prospettive del panorama che abbiamo di fronte. All’interno di questa riflessione il tema della lingua rivestirà una posizione di primaria importanza. In ambito scolastico, infatti, il “neoplurilinguismo” apportato dalle migrazioni non rileva soltanto laddove occorra accompagnare sotto il profilo didattico i casi di bilinguismo emergente, ma deve essere tenuto più ampiamente in considerazione quale elemento caratterizzante di ciascuna comunità di apprendimento e dell’intera società, per ripensare e adeguare schemi organizzativi e proposte educative.
2021
978-88-3613-222-5
diversità linguistica, sistema educativo italiano, alunni alloglotti, educazione plurilingue e interculturale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/34088
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