Il saggio indaga una questione che, malgrado sia passata nei secoli come una delle formule di più lunga durata, in realtà ad una osservazione più profonda e con l’esigenza filologica e storico-letteraria di darne conto fin dalle sue origini, risulta meno corriva e “chiusa” di come siamo stati abituati a leggerla. A partire da Seniles V, 2 di Petrarca e dall’attribuzione a quel “vecchio ravennate” (dietro il quale forse troppo facilmente è stato individuato Menghino Mezzani) che ha prodotto un mito e per molti aspetti un “falso” mito di una triade che ben presto diventa una coppia oppositiva Dante/Petrarca benché la funzione di Boccaccio, fondamentale per la codificazione di una tradizione che vedesse il padre naturale e quello “putativo” convivere, sia stata, invece, determinante per una storia che si sviluppa parallela a quella di una definizione che come tre corone fiorentine è più tarda, nel Paradiso degli Alberti, e ha già assunto connotati di una rappresentazione intrecciata di vite e opere diverse. Oltre alla tradizione linguistica e letteraria quella iconografica offre spiragli fondamentali per una diversa declinazione dei tre uomini illustri (in particolare Vasari), per la messa a punto della nostra geografia e storia della letteratura fino ai giorni nostri e a un Dante padre della patria, della lingua e, dunque, anche nella vulgata, della nazione italiana.
Il “mito” delle Tre Corone
Floriana Calitti
In corso di stampa
Abstract
Il saggio indaga una questione che, malgrado sia passata nei secoli come una delle formule di più lunga durata, in realtà ad una osservazione più profonda e con l’esigenza filologica e storico-letteraria di darne conto fin dalle sue origini, risulta meno corriva e “chiusa” di come siamo stati abituati a leggerla. A partire da Seniles V, 2 di Petrarca e dall’attribuzione a quel “vecchio ravennate” (dietro il quale forse troppo facilmente è stato individuato Menghino Mezzani) che ha prodotto un mito e per molti aspetti un “falso” mito di una triade che ben presto diventa una coppia oppositiva Dante/Petrarca benché la funzione di Boccaccio, fondamentale per la codificazione di una tradizione che vedesse il padre naturale e quello “putativo” convivere, sia stata, invece, determinante per una storia che si sviluppa parallela a quella di una definizione che come tre corone fiorentine è più tarda, nel Paradiso degli Alberti, e ha già assunto connotati di una rappresentazione intrecciata di vite e opere diverse. Oltre alla tradizione linguistica e letteraria quella iconografica offre spiragli fondamentali per una diversa declinazione dei tre uomini illustri (in particolare Vasari), per la messa a punto della nostra geografia e storia della letteratura fino ai giorni nostri e a un Dante padre della patria, della lingua e, dunque, anche nella vulgata, della nazione italiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.