Il cibo quale indicatore culturale e strumento per la promozione del plurilinguismo e dell’educazione interculturale in ambito educativo

Dopo una breve introduzione sui significati identitari, sociali e culturali che il cibo ha assunto nel tempo, il saggio si sofferma sul suo possibile impiego in ambito educativo e glottodidattico, attraverso la presentazione di un progetto sperimentale triennale finalizzato alla valorizzazione della diversità linguistica e culturale che caratterizza oggi la scuola, alla promozione del dialogo interculturale e allo sviluppo del plurilinguismo, considerato un’importante risorsa per la maturazione delle competenze linguistico-comunicative e socioculturali degli alunni. Prima di illustrare in dettaglio la fase implementativa del progetto, con il Modulo sperimentale e le due Unità di lavoro (UdL), che sono state svolte in alcune classi di scuola secondaria di primo grado caratterizzate da una presenza massiccia di alunni immigrati di seconda generazione, alcuni dei quali con disturbi specifici di apprendimento, si considerano gli obiettivi generali del progetto, le istanze plurilingui e interculturali presenti nei documenti nazionali ed europei sull’educazione nonché le nuove sfide educative e socioculturali che la scuola si trova oggi a dover affrontare. I risultati positivi conseguiti dagli alunni del campione sperimentale in entrambe le UdL, incentrate sul tema del cibo e finalizzate allo sviluppo di competenze di tipo lessicale, semantico, metalinguistico, testuale e comunicativo, hanno confermato sia la validità di un insegnamento plurilingue svolto attraverso tecniche cooperative di matrice dialogica e con il supporto di adeguate risorse digitali, sia l’utilità di test plurilingui, indispensabili per accertare la competenza linguistica globale dei ragazzi, cioè comprensiva di tutte le lingue presenti nel loro repertorio. Si offrono così agli insegnanti proposte concrete di tipo metodologico e valutativo che possono aiutarli a considerare le diversità linguistiche e culturali degli alunni non come un ostacolo, ma come un’importante risorsa educativa per la classe.