In questo testo il film Joker di Todd Philips viene analizzato come esempio di quello che Mario Pezzella ha definito “cinema critico-espressivo”: un tipo di cinema capace di restituire la condizione antropologica contemporanea e di raccontare la diffusione della sofferenza psichica nella società neoliberale. Con un approccio che mete in tensione teoria politica e critica cinematografica, il testo sostiene che gran parte della potenza critico-espressiva di Joker risiede nel tentativo di favorire la metamorfosi della coscienza dello spettatore. Dopo avere spinto nella prima parte lo spettatore al falso movimento dell’identificazione con il protagonista utilizzando gli stilemi del cinema spettacolare, infatti, nella seconda parte Philips interrompe la cattura senso-motoria dello spettatore mostrando il personaggio di Joker come un essere pulsionale guidato dalla pulsione di morte e da un risentimento antipolitico. Il testo sottolinea quindi come Joker sia un film che rappresenta bene la sterile degenerazione di una rabbia giusta. E in questo modo pone gli spettatori di fronte a un vuoto politico da colmare.

Divenire Joker. Disagio dell’in-civiltà, apocalissi dello spettacolo e rivolta pulsionale

Alessandro Simoncini
2021-01-01

Abstract

In questo testo il film Joker di Todd Philips viene analizzato come esempio di quello che Mario Pezzella ha definito “cinema critico-espressivo”: un tipo di cinema capace di restituire la condizione antropologica contemporanea e di raccontare la diffusione della sofferenza psichica nella società neoliberale. Con un approccio che mete in tensione teoria politica e critica cinematografica, il testo sostiene che gran parte della potenza critico-espressiva di Joker risiede nel tentativo di favorire la metamorfosi della coscienza dello spettatore. Dopo avere spinto nella prima parte lo spettatore al falso movimento dell’identificazione con il protagonista utilizzando gli stilemi del cinema spettacolare, infatti, nella seconda parte Philips interrompe la cattura senso-motoria dello spettatore mostrando il personaggio di Joker come un essere pulsionale guidato dalla pulsione di morte e da un risentimento antipolitico. Il testo sottolinea quindi come Joker sia un film che rappresenta bene la sterile degenerazione di una rabbia giusta. E in questo modo pone gli spettatori di fronte a un vuoto politico da colmare.
2021
978-88-3381-324-0
Joker, cinema critico-espressivo, neoliberalismo, società dello spettacolo, psicopatologia, teoria politica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/33128
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