Whenever speakers of different language or dialects meet, there is language contact”: con queste parole, nel 1953, Uriel Weinreich, pioniere dell’interlanguage, definiva l’incontro tra più lingue in qualsiasi porzione spazio-temporale avvenisse. Tuttavia, l’avanzare della letteratura in merito ha chiarito ed arricchito notevolmente la definizione dello studioso polacco, evidenziando come il concetto di contatto linguistico sia non solo più problematico e complesso, ma anche spesso strettamente associato al bilinguismo, ossia alla presenza di più lingue in un singolo parlante o in una comunità. Quanto appena affermato si concretizza con una certa vitalità a Ceuta e Melilla, geografie feconde di dinamiche interlinguistiche. Le due città, infatti, oltre ad essere il paradigma perfetto dell’alterità politica e linguistica, rappresentano realtà raffinate, laboratori preziosi per l’analisi del contatto e della convivenza tra due o più lingue. Le due enclaves raccolgono, in pochissimi chilometri di territorio, esperienze linguistiche innovative che sanciscono l’incontro di diversi substrati dialettali arabi con il francese ed il castellano, lingua ufficiale gelosamente protetta dal punto di vista istituzionale. Tale osmosi genera, soprattutto a livello linguistico, misture lessicali, coesistenze idiomatiche, prestiti, adattamenti, strutture grammaticali sovrapposte e ridefinizione degli status di ciascuna lingua. La riflessione che si intende proporre vuole approfondire la natura e l’orientamento del contatto, i rapporti che si sono stabiliti tra le lingue, l’intensità della trasmissione intergenerazionale e la formazione di una eventuale koiné, come può essere il caso dell’haketía, variante dialettale a valenza regionale marocchina. Lo studio intende altresì ricercare ed analizzare i comportamenti salienti dei parlanti, embrioni indiscutibili dell’innovazione e del mutamento linguistico, nel contatto tra le lingue che costellano i due coriandoli di impero

Osmosi linguistica: il caso di Ceuta e Melilla

Angela Sagnella
2016-01-01

Abstract

Whenever speakers of different language or dialects meet, there is language contact”: con queste parole, nel 1953, Uriel Weinreich, pioniere dell’interlanguage, definiva l’incontro tra più lingue in qualsiasi porzione spazio-temporale avvenisse. Tuttavia, l’avanzare della letteratura in merito ha chiarito ed arricchito notevolmente la definizione dello studioso polacco, evidenziando come il concetto di contatto linguistico sia non solo più problematico e complesso, ma anche spesso strettamente associato al bilinguismo, ossia alla presenza di più lingue in un singolo parlante o in una comunità. Quanto appena affermato si concretizza con una certa vitalità a Ceuta e Melilla, geografie feconde di dinamiche interlinguistiche. Le due città, infatti, oltre ad essere il paradigma perfetto dell’alterità politica e linguistica, rappresentano realtà raffinate, laboratori preziosi per l’analisi del contatto e della convivenza tra due o più lingue. Le due enclaves raccolgono, in pochissimi chilometri di territorio, esperienze linguistiche innovative che sanciscono l’incontro di diversi substrati dialettali arabi con il francese ed il castellano, lingua ufficiale gelosamente protetta dal punto di vista istituzionale. Tale osmosi genera, soprattutto a livello linguistico, misture lessicali, coesistenze idiomatiche, prestiti, adattamenti, strutture grammaticali sovrapposte e ridefinizione degli status di ciascuna lingua. La riflessione che si intende proporre vuole approfondire la natura e l’orientamento del contatto, i rapporti che si sono stabiliti tra le lingue, l’intensità della trasmissione intergenerazionale e la formazione di una eventuale koiné, come può essere il caso dell’haketía, variante dialettale a valenza regionale marocchina. Lo studio intende altresì ricercare ed analizzare i comportamenti salienti dei parlanti, embrioni indiscutibili dell’innovazione e del mutamento linguistico, nel contatto tra le lingue che costellano i due coriandoli di impero
2016
978-9963-734-05-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/32494
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