Il testo si occupa del concetto di luogo e della sua evoluzione dalle origini del cinema ai nuovi media. In particolar modo si occupa del Sud Italia, intendendo lo spazio geografico come concetto geosimbolico e il Mediterraneo come espansione di questo geosimbolo. Si tratta di un territorio entro il quale le sedimentazioni culturali fanno sistema con i manufatti architettonici e le emergenze naturali, costruendo un composto in cui le comunità si riconoscono e trovano identificazione. A contribuire alla costituzione di tale paesaggio non sono esclusivamente le emergenze fisiche, ma gli elementi mediali che lo rappresentano (sempre modificandolo). Di questa cultura mediterranea si disegnano sia quadri generali, come quello del cinema del Sud Italia, che analisi di regioni specifiche (la Sardegna o lo Stretto di Messina), che indagini su figure diverse di cineasti che in essa si ritrovano (Elvira Coda Notari, Izza Génini, Giuseppe Tornatore). Il testo, infine, individua in alcuni dispositivi mediali una premessa (le mappe, gli strumenti ottici del precinema), e in altri una espansione contemporanea e postcinematografica del pensiero spaziale che si è osservato dipanarsi nel periodo in cui il medium cinematografico è stato quello dominante (la realtà virtuale e aumentata, le mappe digitali, il videogioco). In questi universi mediali del pre e del post cinema si analizzano le possibili connessioni col pensiero mediterraneo delineato come insieme compatto.
Il mattone sudato. Paesaggio, Mediterraneo, comunità locali dal cinema ai nuovi media
Giordano Federico Umberto
2021-01-01
Abstract
Il testo si occupa del concetto di luogo e della sua evoluzione dalle origini del cinema ai nuovi media. In particolar modo si occupa del Sud Italia, intendendo lo spazio geografico come concetto geosimbolico e il Mediterraneo come espansione di questo geosimbolo. Si tratta di un territorio entro il quale le sedimentazioni culturali fanno sistema con i manufatti architettonici e le emergenze naturali, costruendo un composto in cui le comunità si riconoscono e trovano identificazione. A contribuire alla costituzione di tale paesaggio non sono esclusivamente le emergenze fisiche, ma gli elementi mediali che lo rappresentano (sempre modificandolo). Di questa cultura mediterranea si disegnano sia quadri generali, come quello del cinema del Sud Italia, che analisi di regioni specifiche (la Sardegna o lo Stretto di Messina), che indagini su figure diverse di cineasti che in essa si ritrovano (Elvira Coda Notari, Izza Génini, Giuseppe Tornatore). Il testo, infine, individua in alcuni dispositivi mediali una premessa (le mappe, gli strumenti ottici del precinema), e in altri una espansione contemporanea e postcinematografica del pensiero spaziale che si è osservato dipanarsi nel periodo in cui il medium cinematografico è stato quello dominante (la realtà virtuale e aumentata, le mappe digitali, il videogioco). In questi universi mediali del pre e del post cinema si analizzano le possibili connessioni col pensiero mediterraneo delineato come insieme compatto.File | Dimensione | Formato | |
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