La giornata di studi è dedicata a una riflessione sui rapporti tra ricerca umanistica e pratiche pubbliche. In che modo (e se) la critica artistica o letteraria può ancora incrociare le forme della critica culturale? O congiungersi, come modo specifico di un attivo esercizio della cittadinanza, a questa o quell’iniziativa di mobilitazione?La domanda da cui ci si propone di partire è: esiste o meno condivisione di modelli, obiettivi e strumenti tra scrittura e “azione”, e se sì, a quali condizioni e nel rispetto di quali differenze? Sembra importante che chi fa ricerca in ambiti accademici possa contribuire alla manutenzione di un’opinione pubblica riflessiva e indipendente. “Il rischio”, osserva Giovanni Solimine in Senza sapere (2014), “è che si apra un solco sempre più ampio e profondo fra i luoghi della formazione, che spesso i giovani continuano a frequentare svogliatamente ma senza riconoscere ad essi più alcuna funzione, e un ‘curriculum implicito’, basato sull’ideologia dell’autoformazione in rete.In questa prospettiva le due esperienze del giornalismo culturale e dell’”impegno” concreto e quotidiano rivestono un ruolo primario. All’incontro sono perciò invitati ricercatori attivi nella “terza missione” del giornalismo culturale su testate generaliste, riviste culturali o blog collettivi; e ricercatori attivi in ambiti sociali. Come cooperano, qualora lo facciano, la cassetta degli attrezzi filologici e la teoria critica? Quanto possiamo considerare importanti, nelle società attuali, l’osservanza di buone pratiche argomentative, l’educazione a un uso pubblico delle emozioni e una costante, appropriata sollecitazione della lingua scritta?Queste alcune tra le domande cui i relatori potranno rispondere riflettendo sulla propria stessa esperienza.
La parola, le pratiche, la cittadinanza
DANTINI, M.;
2015-01-01
Abstract
La giornata di studi è dedicata a una riflessione sui rapporti tra ricerca umanistica e pratiche pubbliche. In che modo (e se) la critica artistica o letteraria può ancora incrociare le forme della critica culturale? O congiungersi, come modo specifico di un attivo esercizio della cittadinanza, a questa o quell’iniziativa di mobilitazione?La domanda da cui ci si propone di partire è: esiste o meno condivisione di modelli, obiettivi e strumenti tra scrittura e “azione”, e se sì, a quali condizioni e nel rispetto di quali differenze? Sembra importante che chi fa ricerca in ambiti accademici possa contribuire alla manutenzione di un’opinione pubblica riflessiva e indipendente. “Il rischio”, osserva Giovanni Solimine in Senza sapere (2014), “è che si apra un solco sempre più ampio e profondo fra i luoghi della formazione, che spesso i giovani continuano a frequentare svogliatamente ma senza riconoscere ad essi più alcuna funzione, e un ‘curriculum implicito’, basato sull’ideologia dell’autoformazione in rete.In questa prospettiva le due esperienze del giornalismo culturale e dell’”impegno” concreto e quotidiano rivestono un ruolo primario. All’incontro sono perciò invitati ricercatori attivi nella “terza missione” del giornalismo culturale su testate generaliste, riviste culturali o blog collettivi; e ricercatori attivi in ambiti sociali. Come cooperano, qualora lo facciano, la cassetta degli attrezzi filologici e la teoria critica? Quanto possiamo considerare importanti, nelle società attuali, l’osservanza di buone pratiche argomentative, l’educazione a un uso pubblico delle emozioni e una costante, appropriata sollecitazione della lingua scritta?Queste alcune tra le domande cui i relatori potranno rispondere riflettendo sulla propria stessa esperienza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.