Da Le mani sulla città a Diario napoletano, da Il ladro di bambini a Uno schermo sull’acqua. Il ritorno sugli stessi luoghi come metariflessione urbanistica

Nel saggio vengono ripercorse le strategie di analisi dei paesaggi e delle architetture urbane da parte di due registi, Gianni Amelio e Francesco Rosi, che ritornano a girare sui luoghi di due loro lungometraggi (Le mani sulla città e Il ladro di bambini) a distanza di anni, producendo due documentari (Diario napoletano e Uno schermo sull'acqua). I due cineasti, nel caso dei film più tardi, sviluppano una vera e propria riflessione saggistica in video sugli spazi, le architetture, i paesaggi e le loro evoluzioni nel tempo in rapporto agli abitanti che li occupano. Gli autori fanno emergere in maniera esplicita le riflessioni urbanistiche alla base dei primi film (necessariamente metaforiche in quanto opere di fiction), constatando quanto la politica abbia inciso nella costituzione dei territori nel corso del tempo, in termini sia positivi che negativi.