L’Autore prende in considerazione l’insieme della documentazione storica e giudiziaria che nell’ultimo ventennio è venuta emergendo sulle violenze commesse dai nazifascisti nel biennio 1943-45. In particolare l’Autore esamina i documenti raccolti dalla Magistratura Militare a partire dal 1945 comparandoli con quelli presenti nell’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia di recente pubblicazione. I materiali presi in esame si riferiscono al periodo giugno-agosto 1944 in un’area territoriale ben definita dell’Italia centrale comprendente Marche, Umbria, Abruzzo, Alto Lazio (le province di Roma, Rieti, Viterbo) e bassa Toscana (le province di Arezzo, Siena e Grosseto) legate al di là dei confini amministrativi da comuni vincoli storici, socio-economici e culturali. Dalla comparazione dei materiali – oltre a un decisivo arricchimento delle fonti documentarie e alla sperimentazione di nuove metodologie di ricerca – emergono in modo più chiaro gli specifici caratteri delle dinamiche politiche e militari delle stragi perpetrate nei territori esaminati. Un’area che rappresenta per i tedeschi e le autorità saloine un territorio di rilevante importanza strategica sia prima sia dopo lo sfondamento della linea Gustav e quando si va costruendo la linea Gotica. Una zona dove più brutale e aggressiva risulta essere la violenza tedesca, in particolare nella dorsale appenninica, e la repressione della Resistenza così come la “guerra contro i civili”, le cui stragi, compiute in modo particolarmente efferato, sono ancora rimaste in gran parte impunite.
I crimini nazifascisti nell'Italia Centrale tra ricerca storica e azione giudiziaria
STRAMACCIONI A
2017-01-01
Abstract
L’Autore prende in considerazione l’insieme della documentazione storica e giudiziaria che nell’ultimo ventennio è venuta emergendo sulle violenze commesse dai nazifascisti nel biennio 1943-45. In particolare l’Autore esamina i documenti raccolti dalla Magistratura Militare a partire dal 1945 comparandoli con quelli presenti nell’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia di recente pubblicazione. I materiali presi in esame si riferiscono al periodo giugno-agosto 1944 in un’area territoriale ben definita dell’Italia centrale comprendente Marche, Umbria, Abruzzo, Alto Lazio (le province di Roma, Rieti, Viterbo) e bassa Toscana (le province di Arezzo, Siena e Grosseto) legate al di là dei confini amministrativi da comuni vincoli storici, socio-economici e culturali. Dalla comparazione dei materiali – oltre a un decisivo arricchimento delle fonti documentarie e alla sperimentazione di nuove metodologie di ricerca – emergono in modo più chiaro gli specifici caratteri delle dinamiche politiche e militari delle stragi perpetrate nei territori esaminati. Un’area che rappresenta per i tedeschi e le autorità saloine un territorio di rilevante importanza strategica sia prima sia dopo lo sfondamento della linea Gustav e quando si va costruendo la linea Gotica. Una zona dove più brutale e aggressiva risulta essere la violenza tedesca, in particolare nella dorsale appenninica, e la repressione della Resistenza così come la “guerra contro i civili”, le cui stragi, compiute in modo particolarmente efferato, sono ancora rimaste in gran parte impunite.File | Dimensione | Formato | |
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