Relazione per la Tavola rotonda "Letteratura e studi di Genere: le metodologie". Con questo testo mi inserisco nella discussione della Tavola rotonda dedicata agli studi di Genere del Congresso annuale degli italianisti traendo spunti e suggerimenti dalla mia esperienza di docente di letteratura italiana contemporanea in una Università per stranieri. Proprio l’esperienza dell’insegnamento rivolto a studentesse e a studenti provenienti da contesti geografico-culturali differenti, e talvolta molto distanti tra di loro, è stato per me il contesto nel quale sono maturati interrogativi e riflessioni intorno ai metodi da adottare per discutere delle scritture di autrici. A partire dall’esperienza dell’insegnamento sono emersi poi anche suggerimenti relativi all’attività di Ricerca. Essendomi, infatti, occupata di autrici italiane del secondo novecento – autrici come Amelia Rosselli, Elsa Morante, Anna Maria Ortese, Fabrizia Ramondino, Anna Banti, Goliarda Sapienza che non amerebbero essere collocate in un canone letterario esclusivamente femminile o femminista - non ho immediatamente avvertito l’esigenza di adottare una prospettiva di Genere. Il metodo dell’indagine scientifica è stato il medesimo nello studio delle autrici e nello studio degli autori – quindi, la contestualizzazione storico letteraria, l’analisi stilistica dei testi, lo studio delle fonti, l’attenzione filologica -. L’eccentricità di alcune scelte espressive delle autrici che ho nominato (e di altre), la difficoltà che si incontra talvolta nel collocare le loro opere in categorie storiografiche e di genere letterario, sia rispetto alla tradizione recente che alla tradizione del nuovo, segna una singolarità che può essere intesa e interpretata anche come segnale di differenza. Nel momento in cui ho collocato nella pratica della didattica i testi e le autrici che ho nominato, e altri testi di autrici del novecento, sono emerse,però,numerose sollecitazioni di carattere metodologico: nello spazio dell’interazione con gli studenti, donne e uomini provenienti da diversi luoghi del mondo (l’Africa e l’Asia in particolare) e da culture distanti da quella italiana, l’approccio di Genere ha posto in evidenza la sua efficacia sollevando interrogativi, alcuni dei quali ho proposto nel contributo.
Fare disfare rifare il Genere. Prospettive metodologiche per la Ricerca e per la didattica
Sgavicchia S
2017-01-01
Abstract
Relazione per la Tavola rotonda "Letteratura e studi di Genere: le metodologie". Con questo testo mi inserisco nella discussione della Tavola rotonda dedicata agli studi di Genere del Congresso annuale degli italianisti traendo spunti e suggerimenti dalla mia esperienza di docente di letteratura italiana contemporanea in una Università per stranieri. Proprio l’esperienza dell’insegnamento rivolto a studentesse e a studenti provenienti da contesti geografico-culturali differenti, e talvolta molto distanti tra di loro, è stato per me il contesto nel quale sono maturati interrogativi e riflessioni intorno ai metodi da adottare per discutere delle scritture di autrici. A partire dall’esperienza dell’insegnamento sono emersi poi anche suggerimenti relativi all’attività di Ricerca. Essendomi, infatti, occupata di autrici italiane del secondo novecento – autrici come Amelia Rosselli, Elsa Morante, Anna Maria Ortese, Fabrizia Ramondino, Anna Banti, Goliarda Sapienza che non amerebbero essere collocate in un canone letterario esclusivamente femminile o femminista - non ho immediatamente avvertito l’esigenza di adottare una prospettiva di Genere. Il metodo dell’indagine scientifica è stato il medesimo nello studio delle autrici e nello studio degli autori – quindi, la contestualizzazione storico letteraria, l’analisi stilistica dei testi, lo studio delle fonti, l’attenzione filologica -. L’eccentricità di alcune scelte espressive delle autrici che ho nominato (e di altre), la difficoltà che si incontra talvolta nel collocare le loro opere in categorie storiografiche e di genere letterario, sia rispetto alla tradizione recente che alla tradizione del nuovo, segna una singolarità che può essere intesa e interpretata anche come segnale di differenza. Nel momento in cui ho collocato nella pratica della didattica i testi e le autrici che ho nominato, e altri testi di autrici del novecento, sono emerse,però,numerose sollecitazioni di carattere metodologico: nello spazio dell’interazione con gli studenti, donne e uomini provenienti da diversi luoghi del mondo (l’Africa e l’Asia in particolare) e da culture distanti da quella italiana, l’approccio di Genere ha posto in evidenza la sua efficacia sollevando interrogativi, alcuni dei quali ho proposto nel contributo.File | Dimensione | Formato | |
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