Televisione, società e industria culturale in Italia alla fine degli anni Sessanta

Il 1968 segna l’epilogo del miracolo economico ma è soprattutto il momento in cui si addensano tutte le esigenze di una società in profondo rinnovamento nel campo comunicativo. Nuove sensibilità collettive mettono in crisi tutto il sistema dei media, liberando forze inattese e proponendo nuovi atteggiamenti, soprattutto verso la televisione. Dal 1968 risulta chiaro che il sistema comunicativo italiano è inadeguato e non riesce ad esprimere i «livelli di coscienza sociale che si vanno producendo». Ripercorrendo la storia dell’azienda televisiva di stato, è evidente come la Democrazia Cristiana, sin dagli anni della sperimentazione ed anche dopo l’inizio ufficiale delle trasmissioni nel 1954, abbia sempre pienamente controllato la televisione, pur sotto gli attacchi in Parlamento, da parte delle forze d’opposizione, sull’informazione televisiva.