La prospettiva offerta dalle mappature, come strumento che consente di rileggere le opere situando e dis-traendo dai contesti storico-letterari e come metodo di rappresentazione che si serve di carte e di atlanti di immagini che producono senso combinandosi e ricombinandosi fra di loro, fornisce lo stimolo per l’interpretazione e per la riconfigurazione creativa del territorio delle scritture narrative di autrici dal secondo novecento ad oggi. In questa sede si prova a disegnare, quindi, un percorso isolando qualche immagine testuale, non tanto nella prospettiva letterale della geo-grafia come appartenenza di un’autrice ad uno specifico luogo o di “aderenza” di una scrittura ad una determinata ambientazione, neppure nella prospettiva della multifocalizzazione indicata da B. Westphal come metodo preferenziale dell’indagine geocritica. Si Intende invece servirsi del suggerimento degli atlanti della memoria di Aby Warburg e dell’artista Gerhard Richter, in cui fotografie o fotogrammi appartenenti a contesti cronologici, tematici, stilistici distanti vengono accostati per analogia rivelando nel loro insieme pregnanza di significato anche attraverso il significante. Il metodo geo-grafico da questo punto di vista innesca cortocircuiti e «cercles d’affinité» e consente, attraverso il “disorientamento”, l’interazione fra territori testuali e disciplinari differenti producendo narrazioni.
Mappe per una storia di scrittrici italiane dal secondo novecento ai nostri giorni
Sgavicchia S.
2017-01-01
Abstract
La prospettiva offerta dalle mappature, come strumento che consente di rileggere le opere situando e dis-traendo dai contesti storico-letterari e come metodo di rappresentazione che si serve di carte e di atlanti di immagini che producono senso combinandosi e ricombinandosi fra di loro, fornisce lo stimolo per l’interpretazione e per la riconfigurazione creativa del territorio delle scritture narrative di autrici dal secondo novecento ad oggi. In questa sede si prova a disegnare, quindi, un percorso isolando qualche immagine testuale, non tanto nella prospettiva letterale della geo-grafia come appartenenza di un’autrice ad uno specifico luogo o di “aderenza” di una scrittura ad una determinata ambientazione, neppure nella prospettiva della multifocalizzazione indicata da B. Westphal come metodo preferenziale dell’indagine geocritica. Si Intende invece servirsi del suggerimento degli atlanti della memoria di Aby Warburg e dell’artista Gerhard Richter, in cui fotografie o fotogrammi appartenenti a contesti cronologici, tematici, stilistici distanti vengono accostati per analogia rivelando nel loro insieme pregnanza di significato anche attraverso il significante. Il metodo geo-grafico da questo punto di vista innesca cortocircuiti e «cercles d’affinité» e consente, attraverso il “disorientamento”, l’interazione fra territori testuali e disciplinari differenti producendo narrazioni.File | Dimensione | Formato | |
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