Il Sud è una presenza costante nel “nuovo cinema italiano”, che avvia una lettura geosimbolica dei territori meridionali. Questo cinema, assumendo come propri punti di riferimento le esperienze filmiche di Pasolini, Rossellini, De Seta, Di Gianni, Bene, le recenti teorizzazioni sul pensiero meridiano di Franco Cassano e quelle sul Mediterraneo di Matvejevic, sviluppa una propria immagine non denigratoria del paesaggio meridionale. Il paesaggio del Sud viene “autorappresentato” e non più individuato come luogo “altro” come in passato. Viene osservato da insiders, ovvero registi che accolgono lo “spirito dei luoghi”, e non da sguardi esterni o estranei ai territori indagati. Attraverso un’indagine sulle nozioni di spazio, paesaggio, luogo e territorio e attraverso alcuni punti fermi teorici (Assunto, Augé, Bonesio, D’Angelo, Foucault, Cosgrove, Turri), in questo testo si analizzano le categorie estetiche che si sono proposte nei paesaggi del Sud nel cinema degli anni Novanta (il pittoresco, il bello, il brutto, il rimescolio di sacro cristiano e pagano e la presenza di alcuni geosimboli essenziali come quello del “ritorno”) e le poetiche paesaggistiche di alcuni autori che hanno dato ambientazioni meridionali ai loro film (Amelio, Incerti, Salemme, Piavoli, Salvatores, Soldini, Martone, Corsicato, Capuano, De Bernardi, Ciprì e Maresco, Tornatore).
Paesaggi Meridiani. Luoghi, spazi, territori del Sud nel cinema italiano (1987-2004)
Giordano Federico Umberto
2018-01-01
Abstract
Il Sud è una presenza costante nel “nuovo cinema italiano”, che avvia una lettura geosimbolica dei territori meridionali. Questo cinema, assumendo come propri punti di riferimento le esperienze filmiche di Pasolini, Rossellini, De Seta, Di Gianni, Bene, le recenti teorizzazioni sul pensiero meridiano di Franco Cassano e quelle sul Mediterraneo di Matvejevic, sviluppa una propria immagine non denigratoria del paesaggio meridionale. Il paesaggio del Sud viene “autorappresentato” e non più individuato come luogo “altro” come in passato. Viene osservato da insiders, ovvero registi che accolgono lo “spirito dei luoghi”, e non da sguardi esterni o estranei ai territori indagati. Attraverso un’indagine sulle nozioni di spazio, paesaggio, luogo e territorio e attraverso alcuni punti fermi teorici (Assunto, Augé, Bonesio, D’Angelo, Foucault, Cosgrove, Turri), in questo testo si analizzano le categorie estetiche che si sono proposte nei paesaggi del Sud nel cinema degli anni Novanta (il pittoresco, il bello, il brutto, il rimescolio di sacro cristiano e pagano e la presenza di alcuni geosimboli essenziali come quello del “ritorno”) e le poetiche paesaggistiche di alcuni autori che hanno dato ambientazioni meridionali ai loro film (Amelio, Incerti, Salemme, Piavoli, Salvatores, Soldini, Martone, Corsicato, Capuano, De Bernardi, Ciprì e Maresco, Tornatore).File | Dimensione | Formato | |
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