La letteratura e la dicibilità della guerra. Le parole per dire la guerra e i generi letterari: dalla poesia al diario, dalle lettere ai romanzi. Il tema della veridicità e della cronaca. I poeti-soldati come Ungaretti e la “speranza di farsi italiano”, di essere «consacrato» italiano dalla guerra lega la sua produzione a quanto già espresso dal linguaggio e dalla retorica patriottica e risorgimentale nella quale è la poesia ad essere magna pars del processo identitario, in quel risorgimento “a memoria” che entra nella prassi e nei programmi scolastici, anche attraverso miti come quello di alcuni luoghi “identitari” che segnano i confini geografici ancora non diventati politici: uno per tutti la montagna, le montagne esaltate dalla poesia patriottica e poi zona di guerra, di trincea nella Grande Guerra e, ancora, nella Seconda guerra mondiale. La montagna è luogo, è topos risorgimentale che connota, che segna come baluardo, come catena difensiva l’Italia, una e indivisibile, quella montagna dove i soldati lettori hanno i loro “classici” in trincea: il caso Gadda, ad esempio, e il suo "Giornale di guerra e di prigionia". Ma, infine, anche il caso Caproni e il suo personaggio privilegiato, il viaggiatore esule per fondare una nuova patria: Enea. Infine, I “classici” in trincea.
Per dire l' "indicibile": poesia e narrativa della guerra
Calitti F.
2018-01-01
Abstract
La letteratura e la dicibilità della guerra. Le parole per dire la guerra e i generi letterari: dalla poesia al diario, dalle lettere ai romanzi. Il tema della veridicità e della cronaca. I poeti-soldati come Ungaretti e la “speranza di farsi italiano”, di essere «consacrato» italiano dalla guerra lega la sua produzione a quanto già espresso dal linguaggio e dalla retorica patriottica e risorgimentale nella quale è la poesia ad essere magna pars del processo identitario, in quel risorgimento “a memoria” che entra nella prassi e nei programmi scolastici, anche attraverso miti come quello di alcuni luoghi “identitari” che segnano i confini geografici ancora non diventati politici: uno per tutti la montagna, le montagne esaltate dalla poesia patriottica e poi zona di guerra, di trincea nella Grande Guerra e, ancora, nella Seconda guerra mondiale. La montagna è luogo, è topos risorgimentale che connota, che segna come baluardo, come catena difensiva l’Italia, una e indivisibile, quella montagna dove i soldati lettori hanno i loro “classici” in trincea: il caso Gadda, ad esempio, e il suo "Giornale di guerra e di prigionia". Ma, infine, anche il caso Caproni e il suo personaggio privilegiato, il viaggiatore esule per fondare una nuova patria: Enea. Infine, I “classici” in trincea.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
CALITTI, Per dire l'indicibile.pdf
non disponibili
Tipologia:
Versione Editoriale (PDF)
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso chiuso
Dimensione
163.21 kB
Formato
Adobe PDF
|
163.21 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.