La fama internazionale di Klee giunge a cavallo tra secondo e terzo decennio del Novecento, ed è favorita dalla chiamata dell’artista al Bauhaus, dove insegna a partire dal 1921. Prima della consacrazione come “Classico Moderno”, tuttavia, Klee emerge nel contesto mitteleuropeo nei secondi anni di guerra, quando appaiono le prime critiche a lui favorevoli e, tra Monaco e Zurigo, nasce la leggenda del saggio “orientale”, mentore di una nuova generazione schieratasi all’insegna dello “spirituale” e avversa a espressionismo e futurismo. Si tratta qui di comprendere questa prima ricezione di Klee, tutta giocata, se non in chiave di ritorno alla figurazione e incipiente reinvenzione di un “ordine”, quantomeno nel senso del distacco dal rovinoso “nihilismo” delle avanguardie prebelliche. Queste le categorie ricorrenti nei suoi primi interpreti; in parte all’origine di una qualche “fortuna” e circolazione italiana dell’artista, tracciabile già nei primi anni Venti, attestata da riviste come “Valori plastici” e “L’Esame”.
Paul Klee e il «Nulla», 1916-1923. Epoca, “origine”, "stile"
Dantini, Michele
2018-01-01
Abstract
La fama internazionale di Klee giunge a cavallo tra secondo e terzo decennio del Novecento, ed è favorita dalla chiamata dell’artista al Bauhaus, dove insegna a partire dal 1921. Prima della consacrazione come “Classico Moderno”, tuttavia, Klee emerge nel contesto mitteleuropeo nei secondi anni di guerra, quando appaiono le prime critiche a lui favorevoli e, tra Monaco e Zurigo, nasce la leggenda del saggio “orientale”, mentore di una nuova generazione schieratasi all’insegna dello “spirituale” e avversa a espressionismo e futurismo. Si tratta qui di comprendere questa prima ricezione di Klee, tutta giocata, se non in chiave di ritorno alla figurazione e incipiente reinvenzione di un “ordine”, quantomeno nel senso del distacco dal rovinoso “nihilismo” delle avanguardie prebelliche. Queste le categorie ricorrenti nei suoi primi interpreti; in parte all’origine di una qualche “fortuna” e circolazione italiana dell’artista, tracciabile già nei primi anni Venti, attestata da riviste come “Valori plastici” e “L’Esame”.File | Dimensione | Formato | |
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