Il saggio (discostandosi in parte da alcune interpretazioni correnti) cerca di delineare il significato della collaborazione di Gentile, Croce e De Ruggiero, nel primo dopoguerra, alla rivista nazionalista “Politica”, mostrando il grande impatto che ebbero la Grande Guerra e la Rivoluzione bolscevica nel pensiero politico coevo. Gentile infatti, in precedenza critico del nazionalismo, inizia a pervadere i suoi scritti di tensioni politiche proprio nelle pagine della rivista di Rocco e Coppola, ad esempio mutando la propria lettura di Mazzini e mostrando un chiaro avvicinamento ai nazionalisti stessi per la concezione del ruolo dello stato e la critica del wilsonismo. Per quanto riguarda Croce (il cui rapporto con la rivista è ricostruito anche alla luce dell’esame del carteggio inedito con Francesco Coppola), pur rilevando il minor impegno del suo contributo rispetto a quello gentiliano e la più decisa distanza rispetto al nazionalismo, il saggio enfatizza anche gli aspetti accomunanti con la “nuova destra” come ad esempio l’idea di un carattere rigenerativo della guerra. Infine l’intervento tocca anche la vicenda della collaborazione di De Ruggiero, in effetti caratterizzata da maggiore occasionalità, nonostante il pregresso nazionalismo dello studioso e subito interrotta per via delle posizioni politiche liberali progressiste maturate durante la Grande Guerra.

Il problema della collaborazione di Croce, Gentile e De Ruggiero alla rivista “Politica” nel 1818-1820

Cingari S
2016-01-01

Abstract

Il saggio (discostandosi in parte da alcune interpretazioni correnti) cerca di delineare il significato della collaborazione di Gentile, Croce e De Ruggiero, nel primo dopoguerra, alla rivista nazionalista “Politica”, mostrando il grande impatto che ebbero la Grande Guerra e la Rivoluzione bolscevica nel pensiero politico coevo. Gentile infatti, in precedenza critico del nazionalismo, inizia a pervadere i suoi scritti di tensioni politiche proprio nelle pagine della rivista di Rocco e Coppola, ad esempio mutando la propria lettura di Mazzini e mostrando un chiaro avvicinamento ai nazionalisti stessi per la concezione del ruolo dello stato e la critica del wilsonismo. Per quanto riguarda Croce (il cui rapporto con la rivista è ricostruito anche alla luce dell’esame del carteggio inedito con Francesco Coppola), pur rilevando il minor impegno del suo contributo rispetto a quello gentiliano e la più decisa distanza rispetto al nazionalismo, il saggio enfatizza anche gli aspetti accomunanti con la “nuova destra” come ad esempio l’idea di un carattere rigenerativo della guerra. Infine l’intervento tocca anche la vicenda della collaborazione di De Ruggiero, in effetti caratterizzata da maggiore occasionalità, nonostante il pregresso nazionalismo dello studioso e subito interrotta per via delle posizioni politiche liberali progressiste maturate durante la Grande Guerra.
2016
nazionalismo, guerra, democrazia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/804
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