La pubblicazione, espressione di un complesso filone storiografico, evidenzia come in Italia la particolare configurazione del sistema economico-sociale e il processo di formazione dello stato nazionale abbiano conferito soprattutto al ceto politico espresso dalla borghesia industriale del nord e da quella agraria del sud una rilevante funzione dirigente almeno fino alla prima guerra mondiale ed anche nel corso del ventennio fascista pur nel contesto di uno stato totalitario. Dopo la seconda guerra mondiale l’affermarsi del sistema democratico e la piena integrazione nel mondo occidentale consentono alla “repubblica dei partiti” di avviare un progressivo ricambio delle classi dirigenti che viene ad allargarsi a nuovi e diversi soggetti politici e sociali frutto della crescita economica e del consolidarsi della società di massa. In questo quadro il libro esprime la consapevolezza che la storia nazionale è anche storia delle particolarità regionali e locali e quindi ci propone la ricostruzione della vita delle classi dirigenti nel rapporto tra centro e periferia analizzando l’esperienza di un territorio come quello umbro. Una realtà che sembra prefigurare un modello regionale segnato, soprattutto nel primo cinquantennio, da una organizzazione del potere di tipo prevalentemente oligarchico e poi dal secondo dopoguerra da una nuova classe dirigente a due facce espressione di una diarchia politica,nazionale e locale, caratterizzata da una specie di ideologia regionalistica di tipo neoautarchico, fino alla sua delegittimazione agli inizi degli anni Novanta del Novecento.

STORIA DELLE CLASSI DIRIGENTI IN ITALIA. L’UMBRIA DAL 1861 AL 1992

STRAMACCIONI A
2012-01-01

Abstract

La pubblicazione, espressione di un complesso filone storiografico, evidenzia come in Italia la particolare configurazione del sistema economico-sociale e il processo di formazione dello stato nazionale abbiano conferito soprattutto al ceto politico espresso dalla borghesia industriale del nord e da quella agraria del sud una rilevante funzione dirigente almeno fino alla prima guerra mondiale ed anche nel corso del ventennio fascista pur nel contesto di uno stato totalitario. Dopo la seconda guerra mondiale l’affermarsi del sistema democratico e la piena integrazione nel mondo occidentale consentono alla “repubblica dei partiti” di avviare un progressivo ricambio delle classi dirigenti che viene ad allargarsi a nuovi e diversi soggetti politici e sociali frutto della crescita economica e del consolidarsi della società di massa. In questo quadro il libro esprime la consapevolezza che la storia nazionale è anche storia delle particolarità regionali e locali e quindi ci propone la ricostruzione della vita delle classi dirigenti nel rapporto tra centro e periferia analizzando l’esperienza di un territorio come quello umbro. Una realtà che sembra prefigurare un modello regionale segnato, soprattutto nel primo cinquantennio, da una organizzazione del potere di tipo prevalentemente oligarchico e poi dal secondo dopoguerra da una nuova classe dirigente a due facce espressione di una diarchia politica,nazionale e locale, caratterizzata da una specie di ideologia regionalistica di tipo neoautarchico, fino alla sua delegittimazione agli inizi degli anni Novanta del Novecento.
2012
978-88-500-0539-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/2570
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