Il saggio propone, attraverso l'analisi di tutti gli elementi che portano a valutare appieno la straordinaria importanza della "Collezione dei Classici Italiani" detta anche 'napoleonica', inaugurata nel 1802, un nuovo contributo e una ulteriore attestazione alla lettura del percorso identitario nazionale, prima di tutto letterario, partendo da quali siano stati i motivi ispiratori dietro la collezione. Sono Giuseppe Parini,la sua biblioteca personale, l'attività culturale del circolo di Brera, di respiro europeo, a costituire quel retroterra. Sono saggi come "De' Principii particolari delle belle lettere" che raccoglie le lezioni di Brera di Parini a indicare le scelte della collana dei classici, è la predilezione verso le 'vite' degli uomini illustri che traspare nella biblioteca dell'abate milanese ad evidenziare quel genere come un genere in grado di esaltare il nostro pantheon letterario e le nostre 'itale glorie'. Ed è lo stesso Parini raccontato da Foscolo nell'incontro con Jacopo Ortis a costituire una spinta verso la letteratura risorgimentale e patriottica. Soprattutto nella caratterizzazione del luogo dell'incontro, il boschetto di tigli di Porta orientale, evocato come spia simbolica in alcuni dei libri-icona del nostro Ottocento: da "Avventure letterarie di un giorno" di Pietro Borsieri a "Le mie prigioni" di Pellico, da "Cento anni" di Rovani ai "Ricordi" di D'Azeglio fino alle "Confessioni di un italiano" di Nievo.

Le biblioteche "patrie" degli scrittori. Trasformazioni e tendenze fra Sette e Ottocento

CALITTI F
2012-01-01

Abstract

Il saggio propone, attraverso l'analisi di tutti gli elementi che portano a valutare appieno la straordinaria importanza della "Collezione dei Classici Italiani" detta anche 'napoleonica', inaugurata nel 1802, un nuovo contributo e una ulteriore attestazione alla lettura del percorso identitario nazionale, prima di tutto letterario, partendo da quali siano stati i motivi ispiratori dietro la collezione. Sono Giuseppe Parini,la sua biblioteca personale, l'attività culturale del circolo di Brera, di respiro europeo, a costituire quel retroterra. Sono saggi come "De' Principii particolari delle belle lettere" che raccoglie le lezioni di Brera di Parini a indicare le scelte della collana dei classici, è la predilezione verso le 'vite' degli uomini illustri che traspare nella biblioteca dell'abate milanese ad evidenziare quel genere come un genere in grado di esaltare il nostro pantheon letterario e le nostre 'itale glorie'. Ed è lo stesso Parini raccontato da Foscolo nell'incontro con Jacopo Ortis a costituire una spinta verso la letteratura risorgimentale e patriottica. Soprattutto nella caratterizzazione del luogo dell'incontro, il boschetto di tigli di Porta orientale, evocato come spia simbolica in alcuni dei libri-icona del nostro Ottocento: da "Avventure letterarie di un giorno" di Pietro Borsieri a "Le mie prigioni" di Pellico, da "Cento anni" di Rovani ai "Ricordi" di D'Azeglio fino alle "Confessioni di un italiano" di Nievo.
2012
978-88-97273-04-2
letteratura identitaria italiana; Giuseppe Parini; Ugo Foscolo; collane classici italiani nell'Ottocento; letteratura italiana dell'Ottocento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/2344
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