A partire dalla chiave di lettura data da Benedetto Croce alla letteratura “al femminile” e aver ripercorso una questione sulla quale andrebbero apportati aggiustamenti teorici per la definizione di “letteratura di genere” il saggio si concentra sulla figura di Francesca Turini Bufalini che, tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento, malgrado non riesca, come scrittrice e poetessa, ad occupare uno spazio considerevole e originale, certamente è al centro di ambienti e circoli letterari di indubbio rilievo dove è possibile ipotizzare incontri con Torquato Tasso, Battista Guarini, Della Valle e apprezzabili scrittori locali come Marzi e Guelfucci. In particolare, della produzione letteraria di Turini Bufalini viene analizzato il poema in ottave rimasto manoscritto, il “Florio”, la cui fonte principale diretta o indiretta è il “Filocolo” di Boccaccio e nel quale mostra una particolare grazia nell’unire quadri lirici a descrizioni particolareggiate e di particolare densità realistica, così come vanno a convivere modelli stilistici diversi che vanno dalla tradizione dei laudari a Ovidio, dal Petrarca di Solo e pensoso, a Boccaccio, Ariosto e Tasso e che rendono il verso di Turini Bufalini una voce comunque autentica rispetto al petrarchismo più consunto e stereotipo.

Un poema tra l'eroico, il religioso e il cavalleresco: il "Florio" di Francesca Turini Bufalini

Calitti, Floriana
2018-01-01

Abstract

A partire dalla chiave di lettura data da Benedetto Croce alla letteratura “al femminile” e aver ripercorso una questione sulla quale andrebbero apportati aggiustamenti teorici per la definizione di “letteratura di genere” il saggio si concentra sulla figura di Francesca Turini Bufalini che, tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento, malgrado non riesca, come scrittrice e poetessa, ad occupare uno spazio considerevole e originale, certamente è al centro di ambienti e circoli letterari di indubbio rilievo dove è possibile ipotizzare incontri con Torquato Tasso, Battista Guarini, Della Valle e apprezzabili scrittori locali come Marzi e Guelfucci. In particolare, della produzione letteraria di Turini Bufalini viene analizzato il poema in ottave rimasto manoscritto, il “Florio”, la cui fonte principale diretta o indiretta è il “Filocolo” di Boccaccio e nel quale mostra una particolare grazia nell’unire quadri lirici a descrizioni particolareggiate e di particolare densità realistica, così come vanno a convivere modelli stilistici diversi che vanno dalla tradizione dei laudari a Ovidio, dal Petrarca di Solo e pensoso, a Boccaccio, Ariosto e Tasso e che rendono il verso di Turini Bufalini una voce comunque autentica rispetto al petrarchismo più consunto e stereotipo.
2018
978-88-68534-39-4
Francesca Turini Bufalini, petrarchismo, poesia italiana del Seicento, poema in ottava rima
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/12467
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