Nella attuale dimensione europea del diritto dei contratti si disegna un nuovo rapporto contratto-giudice–mercato. Il lavoro propone una ricostruzione del principio di buona fede contrattuale, da interpretare non solo alla luce del nostro assetto valoriale costituzionale (con particolare riferimento agli artt. 41, 2, 3 cost.). La riflessione sulla buona fede, lungi dal rimanere circoscritta in ambito nazionale, ha, infatti, assunto rilevanza in tutti gli ordinamenti europei e nelle proposte funzionali al processo di armonizzazione europea del diritto dei contratti, quali i Principi Unidroit, il Draft Common Frame of Reference e da ultimo la Proposta di Regolamento per un diritto comune europeo della vendita. Si assiste all’emergere di una maggiore sensibilità verso nuove esigenze del mercato globale il cui corretto funzionamento, nel senso di concorrenzialità ed efficienza, è proprio favorito dal rispetto dell’obbligo di buona fede nell’attività negoziale, come dovere di leale ed onesta cooperazione tra le parti. Si arriva, quindi, ad attribuire alla buona fede un ruolo di “bussola”, di “direttrice” che deve guidare il giudice nel bilanciamento degli interessi contrapposti e nel controllo dell’equilibrio negoziale, laddove entrano in gioco valori come quello della libertà contrattuale, da un lato, e quello della solidarietà e giustizia contrattuale, dall’altro.

Il ruolo della buona fede nella giustizia contrattuale

COPPINI L
2015-01-01

Abstract

Nella attuale dimensione europea del diritto dei contratti si disegna un nuovo rapporto contratto-giudice–mercato. Il lavoro propone una ricostruzione del principio di buona fede contrattuale, da interpretare non solo alla luce del nostro assetto valoriale costituzionale (con particolare riferimento agli artt. 41, 2, 3 cost.). La riflessione sulla buona fede, lungi dal rimanere circoscritta in ambito nazionale, ha, infatti, assunto rilevanza in tutti gli ordinamenti europei e nelle proposte funzionali al processo di armonizzazione europea del diritto dei contratti, quali i Principi Unidroit, il Draft Common Frame of Reference e da ultimo la Proposta di Regolamento per un diritto comune europeo della vendita. Si assiste all’emergere di una maggiore sensibilità verso nuove esigenze del mercato globale il cui corretto funzionamento, nel senso di concorrenzialità ed efficienza, è proprio favorito dal rispetto dell’obbligo di buona fede nell’attività negoziale, come dovere di leale ed onesta cooperazione tra le parti. Si arriva, quindi, ad attribuire alla buona fede un ruolo di “bussola”, di “direttrice” che deve guidare il giudice nel bilanciamento degli interessi contrapposti e nel controllo dell’equilibrio negoziale, laddove entrano in gioco valori come quello della libertà contrattuale, da un lato, e quello della solidarietà e giustizia contrattuale, dall’altro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12071/11047
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